Al Festival di Venezia è il giorno dell’attesissimo Ferrari, nel concorso di questa 80esima edizione della Mostra. Presenti in conferenza stampa Michael Mann, regista, sceneggiatore e produttore, con gli attori Adam Driver, Patrick Dempsey e Daniela Piperno.
Adam Driver e Patrick Dempsey sono due dei – pochi – talent che quest’anno saranno presenti al Lido per promuovere il loro film. Ferrari, infatti, è considerato un progetto “indipendente” (non avendo grosse major alle spalle) e quindi esente dalle rigidissime restrizioni imposte dal sindacato degli attori americano, ancora in sciopero in queste ore.
Proprio sulla questione, che sta impedendo a molti attori e a molte attrici di arrivare a Venezia ad accompagnare i film, si è soffermato lo stesso Driver, che nel film interpreta il protagonista Enzo Ferrari: “Sono molto felice di essere qui a Venezia per promuovere un film su cui abbiamo lavorato tanto, anche con alcune tribolazioni. E sono felice di poter essere qui per rappresentare anche i miei colleghi”.
Mann, maestro del cinema d’azione, ha raccontato la genesi del film, il lavoro sui motori e sul sonoro: “Abbiamo lavorato sui luoghi di Ferrari con persone meravigliose e incredibili. A Modena e nelle altre location abbiamo potuto sperimentare quanto quest’uomo sia ancora inserito nella cultura, nella vita quotidiana della sua terra.
Il nostro non è stato solo cinema, ma uno studio antropologico vero e proprio. Sul lato dei motori, ho messo un po’ anche della mia esperienza da pilota amatoriale. L’obiettivo era quello di restituire il feeling di queste automobili guidate negli anni Cinquanta, anziché optare per delle riprese più eleganti, magari anche esteticamente più belle da vedere”.
Il mito di Ferrari ha colpito molto anche Adam Driver: “Sarebbe stato impossibile realizzare questo film altrove, e le crew locali sono state fondamentali per cogliere e immergersi in una cultura così diversa dalla nostra. Io ho bisogno di provare empatia, di interagire con le persone. Anche la lingua, i dialetti, gli accenti locali sono stati fondamentali. Proprio questo pubblico sarà il nostro test: è vietato fare pasticci. Lo si deve all’uomo, alla sua terra. Enzo era un uomo particolare, diverso da tutti, una persona che era quasi spronata dal lutto del giovane figlio Dino, dal dolore che provava, e tutti i rapporti con le persone che lo circondavano, in famiglia e nella scuderia, erano condizionati da questo dolore”.
“La storia vera di Enzo Ferrari, della sua famiglia e del suo team, è sicuramente migliore di qualsiasi cosa avessi potuto inventare io a riguardo. Spesso le storie reali hanno già tutto: avventura, umorismo, dramma” ha continuato Mann. “Da parte nostra, quello che abbiamo fatto è stato documentarci il più possibile e parlare con i nipoti di Enzo, con i dottori che hanno assistito la sua famiglia e le persone che li hanno conosciuti di persona”.
”È difficile non essere filosofici quando si parla di motori. Una gara automobilistica è una combinazione di tantissime cose che devono andare bene allo stesso momento, un po’ come accade nel cinema. Ogni macchina è un’opera d’arte in movimento. Frutto del genio umano”, ha concluso Adam Driver.
Distribuito a livello internazionale da Neon, Ferrari arriverà a fine anno sul grande schermo in Italia grazie a 01 Distribution e Leone Film Group.