In concorso alla Festa del Cinema di Roma, il regista Tony Kaye presenta The Trainer con lo sceneggiatore Vito Schnabel e le attrici Bella Thorne, Julia FoxThe Trainer
, diretto e prodotto da Tony Kaye da una sceneggiatura di Vito Schnabel e Jeff Solomon, è in concorso alla diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Il cast corale, oltre a Schnabel stesso nei panni del protagonista Jack, include nomi della portata di: Steven Van Zandt , Beverly D’Angelo, Gina Gershon, Stephen Dorff, Lenny Kravitz, Paris Hilton e John McEnroe, ma anche Julia Fox e Bella Thorne, presenti in conferenza stampa. Ecco quanto emerso dall’incontro con i giornalisti.
The Trainer: la trama della dark comedy
Un uomo stravagante, spiantato e tutto muscoli ha un sogno quasi maniacale: apparire sul canale di televendite preferito della madre per promuovere un attrezzo evidentemente pericoloso che, a suo dire, potenzierebbe la quantità di Hope Molecules, delle fantomatiche molecole della speranza nel cervello umano. Autoproclamatosi trainer di star hollywoodiane, in una settimana dovrà sfidare la grandiosa menzogna che è la sua vita.
La conferenza stampa: quando l’American Dream diventa un incubo
Apre le danze il regista Tony Kaye (noto per American History X con Edward Norton e Detachment – Il distacco con Adrien Brody): “Sono contentissimo di essere qui“, dice. Il cineasta ma anche musicista e direttore della fotografia britannico è sul palco con la sua chitarra: “La porto sempre con me“.
Come nasce la storia amara, che narra di un esperto di fitness intento a conquistare fama e fortuna?
Risponde, ovviamente, lo sceneggiatore e attore Vito Schnabel: “Ho scritto novanta pagine nel corso di tre giorni, lavoro che è diventato quello che è la sceneggiatura oggi. L’idea è nata, fondamentalmente, dallo scrivere quello che conoscevo. Film come Zoolander e Tropic Thunder sono importanti per me e hanno fatto da riferimento. Alla fin fine, nel lavoro, si tratta di credere nei propri sogni e rimanere fedeli a sé stessi. Ecco da dove nasce la storia”.
Prende la parola anche l’eccentrico e visionario regista: “Io amo i personaggi che hanno qualcosa da dire. Amo l’umanità. Amo la sfida. Per me Jack [il protagonista, ndr] è un super eroe. È il film più personale che abbia mai fatto. Voglio lavorare con Bella Thorne e Julia Fox per ogni cosa“.
I riferimenti con Zoolander sono chiari, visto il cast corale di star dello spettacolo. Ma come fare a convincere così tante celebrità?
Vito Schnabel: “È stato semplicemente un effetto domino. Quando Julia Fox ha detto si, Bella Thorne ha detto sì e cosi via. Paris Hilton e Lenny Kravitz li ho chiamati personalmente“.
Domanda per Julia Fox, attrice e modella. Perché accettare questo ruolo?
Julia Fox – che non indossa le cuffie per la traduzione in quanto nata a Milano e perfettamente in grado di parlare italiano -, risponde: “Ho semplicemente pensato che sarebbe stato stupido non accettare. Ero in un momento della mia vita in cui era bello venire al lavoro e essere qualcun altro. È stata una sorta di terapia. Tony, inoltre, è uno di quei registi che ti fa fare tutto quello che vuoi. E non è da poco“.
La stessa domanda vale anche per Bella Thorne.
Le parole di Bella Thorne: “Ero una fan di Tony da tempo. Non conosco bene il mondo dell’arte, sono quasi ignorante in senso. Eppure la sceneggiatura mi ha convinto, è stato incredibile girare questo film. Non ho mai lavorato a niente del genere prima d’ora“.
Che dire del ruolo attuale dei social media nell’American Dream?
La domanda sorge quasi spontanea dato che il protagonista, un esperto di fitness sfortunato, vive con sua madre a Los Angeles, mentre cerca disperatamente di realizzare il suo sogno.
La prima a rispondere è sempre Bella Thorne: “I social media sono una corretta rappresentazione dell’American Dream, nel. Anche il film lo è. È un costante equilibrio tra speranza e caduta“.
Julia Fox: “L’American Dream? Un’illusione”
Julia Fox dice la sua in maniera decisamente incisiva: “L’American Dream è un’illusione. Appena l’hai raggiunto diventa qualcos’altro. Lo definirei più che altro un American Nightmare: potresti fare sempre meglio, essere sempre meglio. Penso che sia importante fare arte e basta. Inoltre, penso che la fama oggi sia cheap, tutti sono famosi con i social. È che cosa fai con quella fama che conta“.
La conferenza stampa si conclude con Tony Kaye che suona e canta con la chitarra.