Festa del Cinema di Roma, incontro con Philippe Petit: “Faccio teatro nel cielo”

La star del film è Joseph Gordon Levitt, ma l’artista che ha camminato veramente su un cavo di acciaio sospeso tra le torri gemelle è Philippe Petit, il funambolo da cui Robert Zemeckis ha preso l’ispirazione per dirigere The Walk (qui la recensione), il suo nuovo attesissimo film. Arrivato a Roma oggi, Petit ha raccontato alla stampa italiana tante curiosità sul suo rapporto con le Torri Gemelle, su dove gli piacerebbe tentare una nuova straordinaria impresa e sulla rappresentazione più o meno fedele di The Walk:

Che cosa ha pensato quando ha saputo della tragedia delle Torri Gemelle?

Non amo rispondere a questa domanda. Non sono solo crollati due grattacieli ma sono morte migliaia di persone. È molto difficile parlarne.

In quale posto le piacerebbe tentare una impresa come quella del film?

Ho una enorme scatola rossa sotto il letto con la scritta progetti. Quando la apro trovo nomi di cattedrali, montagne e tanti luoghi meravigliosi. Mi piacerebbe molto stendere la mia fune sull’Isola di Pasqua.

Camminare sulla fune può essere considerato uno sport?

Non credo. Lo sport si fa per divertimento e competizione ma non è arte. Non sono nato nel circo, quindi ho imparato da solo a camminare sulla corda. Quello che faccio è una sorta di teatro nel cielo.

Quale è il legame tra l’artista e la solitudine?

Qualunque artista si appassioni alla sua arte deve provare la solitudine. Lo scultore ad esempio può realizzare quello che fa da solo. Credo ci sia qualcosa di nobile nella solitudine. Molte volte mi sento solo anche quando sono circondato da amici. È importante essere soli per un artista.

Che cosa pensa di Joseph Gordon Levitt?

Non appena ho saputo che il protagonista sarebbe stato Joseph, ho subito convinto Robert Zemeckis a farlo venire da me per istruirlo. Avevamo solo otto giorni e, con i miei insegnamenti, è riuscito a percorrere dieci metri sulla fune. Il lavoro non era fisico ma mentale perché Joseph doveva capire l’eleganza e la ribellione del mio modo di camminare. Robert non riusciva a credere ai suoi occhi. La maggior parte delle riprese le ha fatte proprio Joseph.

Ha mai provato paura?

Quando mi fanno questa domanda mi viene spontaneo rispondere “di cosa?”. Io sono addestrato per camminare sulla fune. Sono sempre molto concentrato. Prima di fare il primo passo so già che farò l’ultimo.

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Che cosa l’ha spinta a camminare più volte avanti e indietro su quella corda?

È uno dei momenti che amo di più del film. Non so come spiegarlo. La prima traversata non è stata soddisfacente perché era più una prova per testare il cavo. Mi sentivo un re e il cavo era il mio trono. Inoltre la bellezza delle torri e del paesaggio mi invitavano a camminare.

Che cosa rappresenta la fune?

In Francia lo chiamiamo “il filo” perché rappresenta un po’ il filo della vita. Con me ho sempre una cordicella per guardare due palazzi o due montagne e immaginare un filo tra di loro. Quando si collegano due posti, si collegano anche le persone.

Le capita mai di sognare quel momento?

Si e no. Raramente mi capita di sognare quel particolare momento. Spesso sogno di volare.

Che cosa pensa di Roma?

In Italia sono venuto tante volte ma questa è la prima volta che vedo Roma. Mi piacerebbe cogliere il senso di questa città e avviare un progetto. Ma non sono miliardario. Ho bisogno di persone che investano nelle mie idee.

Che cosa pensa del 3D di The Walk?

Solitamente odio il 3D. Ma devo dire che vedere The Walk in un cinema Imax è una esperienza straordinaria. Il film di Zemeckis riesce infatti a portare il pubblico sul cavo con me.

The Walk rappresenta in modo fedele la sua vita?

Ci sono delle cose che sono state aggiunte rispetto alla storia originale. Ad esempio ho pestato veramente un chiodo ma non mi è mai uscito del sangue durante l’impresa. Come non è vero che sono inciampato, perché senno non sarei qui a rispondere alle vostre domande, e che ho danneggiato in parte gli edifici. Sono piccole cose che mi hanno infastidito ma amo questo film.

Che cosa preferisce tra il documentario di James Marsh e il film di Zemeckis?

Sono due quadri fatti da due pittori diversi. Il primo racconta una storia vera, il secondo una esperienza più vitale. Dovete vedere entrambi, magari partite col documentario e poi camminate con me sul cavo in The Walk.

La Warner Bros distribuirà The Walk in tutti i cinema italiani il prossimo 22 ottobre.