Il regista, attore e sceneggiatore Viggo Mortensen ha presentato alla stampa The Dead Don’t Hurt, il suo secondo film dietro la macchina da presa: “Mi sono fidato del mio istinto“.Viggo Mortensen
, attore e sceneggiatore ma anche poeta e pittore, presenta il suo secondo film da regista (e interprete), dal titolo The Dead Don’t Hurt, in occasione della diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Nella giornata di oggi, venerdì 18 ottobre, l’indimenticabile Aragorn nella trilogia de Il Signore degli Anelli ha infatti parlato in conferenza stampa del film drammatico che lo ha visto nuovamente dietro la macchina da presa dopo Falling – Storia di un padre (2020).
The Dead Don’t Hurt è un raffinato western femminista ambientato durante la guerra di secessione americana, che con una struttura narrativa che alterna passato e presente ci restituisce il ritratto appassionato di Vivienne, una donna forte e determinata, interpretata da Vicky Krieps. Sempre nella giornata di venerdì 18 ottobre, in occasione della proiezione in anteprima del western, Viggo Mortensen ha inoltre ricevuto il Premio alla Carriera. Di seguito, ecco quanto emerso in occasione della conferenza stampa.
Viggo Mortensen torna alla regia
Com’è nata l’idea del film? E, in particolare, del genere western?
Risponde ovviamente Viggo Mortensen, regista, sceneggiatore e interprete del film: “Nel 2020 ero chiuso in casa, come tutti. C’era la polizia se uscivi di casa. Potevi fare solo pochi metri senza problemi. Le persone erano folli, portavano fuori i polli pur di fare qualche passo fuori di casa. Io per fortuna avevo un cane e uscivo. Tuttavia, la maggior parte del tempo, come tutti, ero chiuso in casa e ho scritto la storia“.
E continua: “Avevo i libri di mia madre di quando era ragazza. L’ho immaginata quando era giovane, era cosi indipendente e libera. ‘Dove la metti una donna cosi forte?’, ho pensato. Nel 19esimo secolo, cosi e più difficile. Non appena l’ho fatto è diventato un western. Sono cresciuto guardando i western. Ed è semplicemente quello che è successo“.
Questo è la seconda opera come regista. Cosa cambia rispetto al primo film?
Viggo Mortensen: “Volevo dirigere un film da tantissimo tempo. Ho imparato tante cose, nel tempo. Finalmente ero pronto. Non era troppo diverso dal fare un film come attore. Il passaggio dalla sceneggiatura al set è simile. Questa volta, rispetto alla prima [‘Falling – Storia di un padre’ (2020), ndr] mi sono fidato di più del mio istinto. Ecco la differenza“.
Il premio alla carriera
“Incoraggiante ricevere premi, ma non mi aiutano a lavorare meglio”.
“A prescindere da quello che fai è sempre bello ricevere premi. Sono grato per tutto. Ma c’è un fattore fondamentale, che non perdo mai di vista: il lavoro è una cosa e il riconoscimento, ufficiale o no, è un’altra. In altre parole è incoraggiante e inusuale ricevere premi, ma non mi aiutano a lavorare meglio. Continuo a fare quello che so fare. Guardandomi indietro vedo tanti tasselli diversi nel mio percorso. Tutto serve. Si spera sempre di evolvere e collaborare con nuove persone“.
La trilogia de Il Signore degli Anelli è ancora così iconica per te come lo è per il pubblico?
“Mi sono divertito. È stato un bel ruolo. Ho imparato molto. È stato bellissimo stare per così tanto tempo in Nuova Zelanda, guardando così tante persone lavorare, così tante persone che mi hanno insegnato il lavoro. La maggior parte della troupe all’epoca era ancora inesperta ma hanno tutti imparato tanto fino a diventare dei veri professionisti. È stato un’esperienza bellissima, a prescindere che sia iconico per altre persone o per me“.
Hai visto la serie di Prime Video Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere?
La risposta in questo caso è secca: “No“.
“Vicky Krieps? Mi ha ricordato il carisma di Meryl Streep”
“Puoi immaginare le cose, quando scrivi la sceneggiatura, ma se non hai bravi attori non vai tanto lontano. Per fortuna Vicky Krieps ha detto sì e non appena l’ha fatto sapevo che avrebbe fatto un buon lavoro. Quando l’ho vista mi ha ricordato quando vidi Meryl Streep tanti anni fa: aveva una forza interiore, un tale carisma. Devi essere fortunato col cast. Devi essere fortunato nel trovare qualcuno che fa quello che ti immaginavi. Con il personaggio di Vivienne e l’attrice Vicky Krieps e è successo“.
Viggo Mortensen: “Kamala Harris ha un po’ di Vivienne”
Viggo Mortensen: “Kamala Harris ha un po’ di Vivienne. È forte. Gli uomini non la manipolano, ragiona con la sua testa. Penso che sarebbe un’ottima presidente. Tuttavia c’è ancora riluttanza nel credere che una donna possa essere forte. E non solo tra gli uomini. Una donna per essere forte sembra che deve comportarsi come un uomo. Non è cosi. Vivienne per esempio è sé stessa, non è la più forte fisicamente ma lo è psicologicamente“.