Se vi sentite in grado di affrontare un viaggio ricco di imprevisti in un aldilà irriverente, folle e spassoso segnate in agenda il 5 Settembre perchè il fantasma dispettoso e sudicio, interpretato da Michael Keaton nel 1988, torna al cinema.
Il nuovo film spettrale e avventuroso di Tim Burton, il regista visionario che ci ha regalato storie emozionanti come Edward Mani di Forbici, La Sposa Cadavere, Big Fish, è stato presentato in anteprima alla 81° edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Qui la nostra recensione.
Beetlejuice Beetlejuice: a volte ritornano
è tornato ed è sempre Keaton a vestire i panni di questo personaggio oscuro e maldestro diventato iconico alla fine degli anni 80. Dopo un’inaspettata tragedia, tre generazioni della famiglia Deetz tornano alla “ghost house” di Winter River.
Lydia, interpretata da Winona Ryder, torna a essere perseguitata da Beetlejuice e resta sconvolta quando la figlia adolescente Astrid (Jenna Ortega) scopre il misterioso modellino della città in soffitta e il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto.
Con i problemi che stanno nascendo in entrambi i regni, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome proibito e il demone dispettoso torni nuovamente per scatenare il suo caos.
Un’avventura dark in pieno stile burtoniano
Questa nuova avventura colorata, surreale e divertente profuma di un cinema del passato in pieno stile burtoniano. L’architettura degli ambienti, le forme degli oggetti, gli strumenti e i mezzi di trasporto appartengono a un mondo accuratamente immaginato da un artista che, prima di essere un cineasta, è una mente creativa con un’identità molto forte.
Le scenografie tangibili, curate nel dettaglio, trasportano lo spettatore in un’atmosfera che trasuda una fervida immaginazione. Il coraggio di Burton si evince chiaro nella volontà di mescolare tecniche miste di animazione ed effetti visivi.
Chili di make up, sangue finto, e costumi ricercati e perfettamente adatti ai vari protagonisti rendono l’estetica del film preziosa e glamour. Anche se poteva essere rischioso ripescare dal passato alcune idee in linea con il primo film, lui lo fa e ne va fiero.
Da apprezzare quindi la coerenza di un autore che vuole confermare il suo amore per uno stile di racconto visionario, fantastico e anticonvenzionale. Appoggiato da un cast stellare che, oltre a Keaton, Monica Bellucci e Winona Ryder, comprende Jenna Ortega, Justin Theroux, Willem Dafoe e una carismatica Catherine O’Hara in perfetta forma.
Il fascino del black humour
Molte scene restano impresse come l’assemblamento di una Monica Bellucci a pezzi che torna in vita come una “psicopatica graffettata” che ricorda molto una sposa cadavere più matura. O i vari siparietti tra i personaggi con dialoghi brillanti e pungenti che celebrano un intelligente black humour che caratterizza l’intero film.
La straordinaria capacità di Burton di ironizzare sulla morte come per esorcizzare la paura della perdita e della fine di una vita terrena, torna in Beetlejuice 2. Il ritmo è sempre sostenuto e rende la visione un’esperienza coinvolgente e spassosa all’insegna del puro intrattenimento, anche grazie a una colonna sonora pop e vintage ricercata.