Proibizionismo e Grande Depressione. L’America dei leggendari fuorilegge torna sullo schermo con il nuovo film di John Hillcoat, presente nella Compétition del 65esimo Festival di Cannes. Lo spaccato della società americana di quel periodo sembra tornato di moda, dopo Nemico Pubblico di Michael Mann e la serie televisiva Boardwalk Empire di Martin Scorsese. Hillcoat lo ripropone senza allontanarsi dai codici narrativi e stilistici di quell’universo cinematografico. Asciutto e crudo quanto basta, Lawless racconta la vera storia dei fratelli Bondurant, e dei loro giorni da contrabbandieri prima della fine del proibizionismo. Legati da uno strettissimo legame, i tre fratelli, Forrest (Tom Hardy), Howard (Jason Clarke) e il piccolo Jack ( Shia LaBeouf), si troveranno a difendere la propria “onorata” attività dal poliziotto Charlie Rakes (Guy Pearce).
Un brillante inizio ( che quadra perfettamente con il finale) convince immediatamente, ricordando la schiera e dura violenza del precedente Road. Da subito spicca con evidenza una scrittura molto solida, merito dello sceneggiatore (e compositore della colonna sonora) Nick Cave, per la seconda volta alle prese con la scrittura cinematografica. Ma i primi segni di cedimento li cominciamo a vedere sui personaggi e su alcune scelte registiche. Se Tom Hardy si dimostra molto più convincente che in Inseption nel ruolo del capo famiglia, Shia LaBeouf, molto più presente, sembra decisamente sottotono. Anche le figure femminili, Jessica Chastain e Mia Wasikowska, rimangono fin troppo marginali e mal impiegate. L’interpretazione che convince di più, sbilancia in qualche modo il film. Guy Pearce, con il suo poliziotto sadico, Un po’ sopra le righe, lascia il segno più degli altri interpreti. Scritto bene, ma debole nel cast. La regia, pur buona, sembra troppo lontana da quella del precedente film.
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