Non poteva non destare clamore la proiezione di Okja alla settantesima edizione del Festival di Cannes. Accolto da fischi per “problemi tecnici”, il film di Bong Joon Ho continua la polemica contro una delle distribuzioni più potenti degli ultimi anni, Netflix. Un clamore costruito per attirare l’attenzione perché di commerciale Okja ha ben poco.
Interpretato da Jake Gyllenhaal, Tilda Swinton, Paul Dano, Lily Collins, Steven Yeun e Seo-Hyun Ahn, Okja racconta la storia di Mija, una bambina che trascorre le sue sonnolente giornate con lo stravagante Okja. Una creatura a metà strada tra un ippopotamo e un animale domestico che la segue fedelmente tra le montagne.
Lucy Mirando, un’avida imprenditrice interessata a massimizzare gli introiti della Mirando Corporation, porta Okja negli Stati Uniti. Supportata da un gruppo di animalisti, Mija affronterà un lungo viaggio per riportare Okja a casa.
Star insolite
Okja
conta su grandi nomi dello star system mondiale. Partendo dal regista Bong Joon Ho, l’autore dell’affascinante Snowpiercer, Okja è un cocktail di talenti che affascina e sorprende. Non tanto per i nomi coinvolti ma per l’utilizzo di star come Jake Gyllenhaal e Tilda Swinton in ruoli insoliti.
Il premio Oscar per Michael Clayton è Lucy Mirando, una villain dalle sfumature fumettistiche che conferma il talento poliedrico di Tilda Swinton. Se l’attrice di Grand Budapest Hotel non è nuova in ruoli sui generis, non si può dire lo stesso di Jake Gyllenhaal che abbandona i panni del sex symbol per incarnare un dottore crudele e stralunato.
Meno di impatto ma altrettanto convincenti sono la piccola Seo-Hyun Ahn e il cast secondario composto da Paul Dano, Steven Yeun, Lily Collins e Giancarlo Esposito.
Una fiaba ecologica
Okja
non è la classica storia di una ragazza e del suo amico a quattro zampe. Bong Joon Ho porta sul grande schermo un’avventura dalle sfumature dark e dalle tematiche forti. Sospeso tra due mondi antitetici (il bucolico paesino di Mija e l’organizzazione high tech di Lucy Mirando), il film è profondamente legato alla realtà.
Dietro la superficie fiabesca e l’animo ecologista, Bong Joon Ho racconta la mercificazione del mondo animale. Una realtà attuale considerata la controversa macellazione di animali dalle grandi aziende. L’altro lato della medaglia sono le insurrezioni animaliste che tentano di cambiare il sistema con la forza. L’unica soluzione sembrerebbe il compromesso: il do ut des che soddisfa le nostre aspettative a un costo ben preciso.
Tralasciando la tematica animalista, non è facile catalogare Okja in un genere preciso. Tornano i guizzi visivi di Bong Joon Hoo, il respiro fiabesco di Hayao Miyazaki, le sequenze shock del cinema orientale e il respiro pop di una pellicola che segna l’ulteriore evoluzione di Netflix. Una distribuzione che, fischi o non, continua a delineare il futuro della settima arte.
Okja sarà disponibile su Netflix dal 28 giugno 2017.