Cannes 74 | Matt Damon commosso dagli applausi per Stillwater: “È bellissimo tornare in sala”

“Dopo aver passato più di un anno sul divano a guardare cose in televisione, è stato magnifico poter tornare nuovamente in una sala cinematografica con mille persone. Persone che magari non conosci direttamente, ma che sai che sono lì perché condividono il tuo stesso amore per il cinema”. Con queste parole, Matt Damon ha raccontato l’emozione di essere tornato per la quinta volta sulla Croisete in una annata così cruciale per presentare fuori concorso il nuovo film diretto da Tom McCarthy (Il Caso Spotlight) . Al termine della proiezione de La ragazza di Stillwater, il lungo apllauso della ha commosso l’attore fino alle lacrime.

Ne La ragazza di Stillwater, Damon interpreta un operaio dell’industria petrolifera che parte dall’Oklahoma alla volta di Marsiglia per raggiungere la figlia, finita in carcere per un delitto che sostiene di non aver commesso. “È un film sulle relazioni umani, sulle connessioni, sulla liberazione e, forse, solo in un secondo momento, sulla redenzione e la giustizia”, ha raccontato il regista McCarthy. “Avevamo tanto da tenere a mente durante la lavorazione di questo film: cercavamo di processare tutto ciò che stava avvenendo rapidamente in America e in tempo reale di aggiungere costantemente sfumature al personaggio che stavamo scrivendo”.

La storia raccontata nel film ha subito ricordato a moltissimi spettatori il caso di Amanda Knox, che in passato aveva affascinato McCarthy al punto da spingerlo ad approfondire la vicenda giudiziaria della ragazza con l’intento, poi mai realizzato, di trasformarla in una sceneggiatura. “Probabilmente la storia di Amanda Knox, che conosco abbastanza bene, è servita, anche involontariamente, come ispirazione per questo progetto, ma non penso sia possibile tracciare molti parallelismi tra la storia raccontata nel film e quella reale che ha coinvolto la ragazza”, ha spiegato il regista.

Da americano anch’egli in trasferta, McCarthy, sceneggiatore con Marcus Hinchey e Thomas Bidegain, è riuscito nel compito di filmare una città europea, Marsiglia, senza indulgere in uno sguardo compiaciuto e patinato. A Marsiglia è tornato anche Matt Damon, che in precedenza l’aveva già attraversata nei panni di Jason Bourne. “Abbiamo girato per circa un mese l’. Ho detto a Tom che se fossi un ragazzo francese, quella sarebbe la città in cui vorrei vivere”, ha scherzato l’attore, parlando dell’inclusività della città francese  e della varietà di culture che la popolano.

Damon ha raccontato in conferenza stampa di aver fatto affidamento sulla sua sensibilità di per riuscire a trovare la chiave del suo personaggio: “Ho trovato la sceneggiatura scritta in modo sublime. Da quando ho avuto figli, sento che tutte le emozioni sono maggiormente accessibili. Non devo più arrivare lontano per raggiungere. Sono tutte lì vicino a me”. Il premio Oscar ha trascorso diverso tempo in Oklahoma in una comunità di Roughneck prima dell’inizio della produzione. “Il film è ambientato in un luogo molto specifico, sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista sociale. Le persone sono state meravigliose con noi”, ha detto Damon, puntualizzando anche che il suo personaggio quasi sicuramente voterebbe per Donald Trump, ma che questo non può essere motivo di scherno o di derisione.

Matt Damon ha speso infine parole di elogio per la giovanissima Lilou Siauvaud (attrice francese di nove anni che nel film compare nel ruolo della figlia di Camille Cottin, imprevista compagna di percorso del protagonista). “Il primo giorno di riprese mi sono avvicinato a lei dopo averla vista recitare in una prima scena e ho capito subito di stare lavorando con la Meryl Streep delle ragazzine francesi”. 

By Davide Sette

Giornalista cinematografico. Fondatore del blog Stranger Than Cinema e conduttore di “HOBO - A wandering podcast about cinema”.

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