Dopo tante commedie folli e horror spaventosi, la diciannovesima edizione del Far East Film Festival ci ha regalato Kung Fu Yoga, la nuova adventure family interpretata dal premio Oscar Jackie Chan.
Diretta da Stanley Tong, l’autore di blockbuster d’Oriente come Supercop e Terremoto nel Bronx, Kung Fu Yoga racconta la storia di Jackie, uno dei più grandi professori d’archeologia del mondo. Coinvolto nella ricerca di un’antica mappa che conduce a un tesoro inestimabile, Jackie viaggia tra Cina e India con il suo team di intrepidi collaboratori. Lungo la strada si scontrerà con oscuri segreti, trappole mortali e bestie feroci ma il più grande pericolo sarà Randall, un criminale disposto a tutto per trovare il tesoro.
Indiana Jackie
Non è un mistero che Kung Fu Yoga strizzi l’occhio a Indiana Jones, la straordinaria saga di avventura creata da Steven Spielberg nel 1981. Un cult immortale di cui tornano sul grande schermo le mappe del tesoro, l’eroe sui generis, i super cattivi e un pizzico di ironia targati Jackie Chan.
Esperto di film d’azione e sequenze coreografiche, Stanley Tong saccheggia i grandi successi del cinema contemporaneo. Da Fast and Furious a Una notte da leoni, Kung Fu Yoga è un cocktail di adrenalina, corse ad alta velocità e comicità sopra le righe. Lontano dal respiro enfatico dei blockbuster orientali, il film di Tong è una adventure family efficace e divertente. Una pellicola sopra le righe che fa dell’archeologo di Jackie Chan uno dei personaggi più riusciti del cinema (orientale) di genere.
Tra eccessi in computer grafica (il prologo in stile videogame anticipa lo smaccato abuso di cgi nella creazione di lupi, leoni e iene), improbabili sfumature romance e tanto kitsch, Kung Fu Yoga è la sintesi di un’icona action che non passa mai di moda.
Un franchise orientale
Kung Fu Yoga
è una di quelle pellicole scritte e dirette per avere un seguito cinematografico. La posta in gioco, come sempre, è alta! Jackie Chan, interprete e produttore, investe un budget stratosferico per consacrare il cult di Stanley Tong l’inizio di un franchise.
I personaggi vincenti (il comico esploratore di Jackie Chan e il nipote donnaiolo Aarif Rahman), le location esotiche, le situazioni sui generis (è già cult la folle sequenza in cui Jackie Chan guida in stile Michael Bay con un leone alle calcagna) e le coreografie bollywoodiane consacrano Kung Fu Yoga un’avventura dal potenziale (commerciale) infinito.
Tra blockbuster statunitensi (il remake di Karate Kid e la saga di Rush Hour) e successi orientali, Jackie Chan rinnova la formula del suo successo, iniziato nel lontano 1962 con Da xiao Huang Tian Ba.
Lontano dalle straordinarie coreografie di un tempo, Chan spinge l’acceleratore sulla comicità, esasperata da effetti digitali in pieno stile cartoon. Un trionfo di azione e ironia da prendere come due ore di intrattenimento senza grandi pretese.