Dopo un anno di stop, è finalmente arrivato il momento di scoprire i titoli della 74esima Festival di Cannes (6 – 17 luglio) diretta da Thierry Frémaux. Un programma ricco di nomi attesissimi: da The French Dispatch di Wes Anderson, ai nuovi lavori di Asghar Farhadi, Leos Carax e Paul Verhoeven (per citare solo alcuni dei registi in concorso).
E l’Italia? La rappresentanza del nostro Paese non manca. Nanni Moretti sarà in corsa per la Palma d’oro con il film Tre piani, ispirato all’omonimo romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, con un cast composto, tra gli altri, da Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Adriano Giannini e dallo stesso Moretti. A tenere alta la bandiera dell’Italia ci pensa anche Jasmine Trinca, che comparirà nel film The story of my life, della ungherese Ildikó Enyedi, già vincitrice della Caméra d’Or a Cannes con My 20th Century e recentemente premiata con l’Orso d’Oro della Berlinale per il film Corpo e Anima.
Ma è nelle sezioni collaterale del festival che la presenza degli italiani si fa più massiccia (anche se in molti speravano in una presenza più ingombrante nel Concorso). Alla Semaine de la Critique farà il suo esordio con un lungometraggio Laura Samani, triestina classe 1989. Il suo film Piccolo corpo (Small Body) è ambientato nella Carnia di inizio Novecento e racconta il pellegrinaggio di una ragazza di 15 anni che diventa madre di un bambino già morto e che per salvare la sua anima intraprende il cammino verso un santuario. Alla Quinzaine des Réalisateurs sono poi in programma quattro produzioni e co-produzioni italiane: Futura, documentario a sei mani diretto da Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi; Re Granchio, opera prima di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis; A Chiara di Jonas Carpignano; Europa di Haider Rashid.
Se il film collettivo di Marcello, Munzi, Rohrwacher è una inchiesta che si svolge in Italia esplorando l’idea di futuro della generazione tra i 15 e i 20 anni, Europa ruota invece attorno al viaggio di un giovane iracheno, Kamal, che entra in Europa a piedi, attraverso la rotta balcanica: una scelta non casuale del regista Haider Rashid, nato e cresciuto a Firenze nel 1985 da padre iracheno e mamma italiana. Italo-americani sono invece Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, che presenteranno sulla Croisette un film bizzarro che riflette la loro passione per i racconti popolari della tradizione contadina. Con Re Granchio, danno vita a un racconto tra il presente e il passato con tesori, marinai senza scrupoli e imprese avventurose.
Infine A Chiara di Jonas Carpignagno ha per protagonista la famiglia Guerrasio, riunita per festeggiare un diciottesimo. Carpignano non è nuovo del Festival di Cannes e il suo nuovo film segna il suo ritorno nella città francese a quattro anni dal precedente capitolo della sua “trilogia gioiese” composta dai film Mediterranea (presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2015) e A Ciambra (2017) e, adesso, A Chiara.
Se pur sparsi nelle sezioni parallele al Concorso Ufficiale (eccezione fatta di Moretti), i film italiani selezionati per il Festival di Cannes 2021 offrono una grande varietà di temi e riflettono sensibilità differenti. Tra undici giorni sapremo se qualcuno di loro sarà effettivamente riuscito ad ottenere un riconoscimento ufficiale nel Festival che, ancora oggi, nonostante alcuni passi falsi negli ultimi anni, rimane fra le mete più ambite per i registi di tutto il mondo.