film di Vincenzo Marra, girato interamente nel carcere circondariale di Secondigliano arriva in selezione ufficiale alle Giornate degli Autori di Venezia. Il film è un viaggio all’interno dei luoghi fisici e dell’anima di Secondigliano, dagli spazi angusti delle celle, al parlatoio in cui si incrociano le esistenze dei protagonisti tra piccoli e grandi avvenimenti. Il Gemello è il nomignolo di Raffaele. Ha 29 anni e due fratelli gemelli. E’ entrato in carcere all’età di 15 anni per aver rapinato una banca, da 12 vive li dentro. Non è un detenuto normale, ha carisma e gode di grande “rispetto” da parte degli altri detenuti. Il carcere circondariale di Secondigliano è la sua casa, lì, in quel luogo di dolore, vive con il suo compagno di stanza Gennaro; coetaneo e condannato all’ergastolo. Con lui lavora alla raccolta differenziata dei rifiuti e grazie a questo lavoro mantiene la sua famiglia d’origine. Ma quando uscirà tutti scommettono sul suo futuro di boss. Raffaele ha un rapporto speciale anche con Niko, il capo delle guardie carcerarie con cui parla e si confronta. Niko sta cercando di introdurre nelle sezioni carcerarie che dirige regole più umane e attente all’individuo.
“Volevo usare il carcere e la mia capacità di relazionarmi con le persone e con gli spazi della mia terra”, dice il regista Vincenzo Marra: “entrando in questo luogo di dolore, con l’unico obbiettivo di cercare di restituire agli spettatori, in modo fedele, l’esperienza dei protagonisti . Volevo ridurre al massimo il confine tra fiction e documentario. Volevo trovare una drammaturgia, costruita sul campo senza alterare nulla. Ho deciso provare a muovermi come se stessi girando un film di finzione, ma senza calpestare il difficile campo della realtà. Per fare questo ho passato lunghi mesi a creare con il luogo e i miei protagonisti, un rapporto importante e profondo”, conclude il regista. Il Gemello è stato prodotto da Gianluca Arcopinto, Marco Ledda, Vincenzo Marra, Angelo Russo Russelli. Una produzione Axelotil e Settembrini Film.