E’ stato presentato a pubblico e critica della 68 edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Rabitto hora 3D, nuovo film diretto dal maestro del terrore giapponese Takashi Shimizu, già creatore della saga cult The Grudge. Sviluppato come una tipica ghost story giapponese, Rabitto hora (alias Tormented) racconta la storia di Daigo, un bambino che avendo trovato un coniglio in fin di vita decide di porre fine alle sue sofferenze colpendolo con un masso. Di fronte a questo gesto cosi estremo sua sorella maggiore Keiko, muta sin dall’infanzia a causa di un trauma, rimane attonita cominciando ad avere delle angoscianti visioni riguardanti un enorme coniglio bianco. I due cercheranno in tutti i modi di scampare a questa angosciante presenza, perennemente sospesa tra il sogno e la realtà, ma finiranno principalmente con l’affrontare un terribile ricordo del passato, vera e propria origine del loro incubo.
Senza addentrarsi ulteriormente nella descrizione di Rabitto hora 3D al fine di evitare inutili e fastidiosi spoiler, si può affermare con certezza l’importanza che Takashi Shimizu riveste per il cinema giapponese horror, essendo riuscito a realizzare per l’ennesima volta un ottimo film di paura: Rabitto hora 3D infatti non solo colpisce lo spettatore, ma diverte ed inaspettatamente emoziona, attraverso uno stile visionario a metà strada tra l’Alice in Wonderland di Tim Burton e la sempre tipica e affascinante ghost story in stile The Grudge. Sviluppato con una tecnica 3D di forte impatto visivo, Rabitto hora 3D riesce a superare i grandi blockbuster americani attraverso un uso della profondità e dello stile barocco unici, dimostrando negli 83 minuti di proiezione quanto ancora si possa giocare e creare con la tridimensionalitá. Shimizu per un attimo diventa persino Wes Craven, attraverso lo sviluppo di una divertente scena meta cinematografica che coinvolge i due protagonisti del film, a loro volta impegnati nel vedere una proiezione horror orientale in tre dimensioni, vera chicca per gli appassionati delle citazioni cinematografiche.
Supportato da uno script originale, Rabitto hora 3D prosegue poi in modo fluido e piacevole attraverso un frequente confronto con una rielaborazione dark della favola La sirenetta ( vero e proprio alter ego di Keiko a causa della perdita della voce), scelta a dir poco perfettamente in linea con il carattere gotico e allo stesso tempo affascinante della storia.
Numerosi sono i punti di forza del film, partendo dai splendidi titoli di testa, continuando con la geniale scena meta cinematografica ambientata nel cinema e finendo con la spettacolare sequenza della scala a chiocciola, vera e propria perla dal punto di vista visivo. A dispetto della maggior parte dei film orientali di genere horror persino la recitazione degli attori si presenta come più che dignitosa, regalando allo spettatore tutto il tormento e l’angoscia di una storia posta a metá strada tra la psicoanalisi e la ghost story. Sopravvissuto con successo alla trasposizione americana della saga cult The Grudge, Shimizu torna in Giappone per raccontare con successo una storia fatta di tormenti, di paure interiori e di repressione, mostrando tutta la fragilità dell’essere umano, sempre in difficoltà nella ammissione delle proprie colpe. Non resta che attendere Flight 75, nuova opera di Shimizu attesa nel 2012, per vedere se questo regista possa essere annoverato o meno tra i maestri dell’horror internazionale.