Direttamente dalla 78esima edizione del Festival di Venezia, arriva questa attesa pellicola che si presenta ai nostri occhi grazie ad una collaborazione tra Messico Francia e Svezia. Diretta e scritta da Michel Franco della durata di 83’ è in concorso per i prestigiosi premi della Mostra Cinematografica più antica del Mondo.
Sundown, la sinossi del film
Il film si apre con questa ricca famiglia inglese in vacanza ad Acapulco, apparentemente serena e spensierata. Ad un tratto però, un’improvvisa emergenza destabilizza il soggiorno dei nostri protagonisti spezzando la quiete. Da qui la storia prenderà tutta un’altra piega rispetto all’incipit, portando pian piano a galla ogni retroscena di una famiglia che tutto è tranne che serena.
Sundown, una lunga agonia
Interessanti premesse ed interpreti affermati come Tim Roth e Charlotte Gainsbourg, portano la mente ad un’immediata e rassicurante garanzia di successo, ma come sappiamo non è sempre oro quel che luccica.
Pur essendo capace di farti empatizzare all’istante, entrando tu stesso nel film e catturandoti con inaspettati twist fin da subito, la pellicola perde di potenziale via via, cadendo in una lunga agonia.
Un ritmo altalenante, poca incisività a livello di scrittura e mancanza di linearità, sono alcuni degli aspetti negativi di un film che fatica a trovare spazio nella mente dello spettatore, al fine di diventare memorabile.
Momenti esplosivi di tanto in tanto svegliano l’occhio ormai rassegnato dalla visione, trovando però poco riscontro col tessuto narrativo. Il personaggio di Roth è forse l’unico elemento che restituisce una qualche sensazione in ambito percettivo, in quanto risulta talmente privo di personalità, coraggio e carattere, da instillare in chiunque una voglia irrefrenabile di entrare nello schermo e smuoverlo sperando in un suo risveglio.
Un’ameba che innervosisce la sensibilità per la sua assenza di spina dorsale, di certo spinta da condizioni non discutibili che capiremo sul finale, ma che ugualmente faticano a giustificare una tale mancanza di presa di posizione.
Gesti, dinamiche e comportamenti di vari personaggi a cui assisteremo, non sempre trovano sensatezza nel contesto, arrivando ad un finale aperto che pur rimanendo soltanto suggerito senza riscontro visivo, giunge molto chiaro riflettendo su quanto si è visto.
Concludendo Sundown lascia ben poco a livello morale, tanto quanto in ambito di puro intrattenimento. Per fortuna la durata ridotta lo fa digerire senza troppa fatica, ma di sicuro anche dimenticare in fretta.