All’interno della sezione TFF doc del Torino Film Festival è stato proiettato il documentario intitolato Anija, diretto da Roland Sejko. Egli ha voluto raccontare i primi giorni del marzo 1991, quando, all’orizzonte della costa Adriatica dell’Italia meridionale, fecero la loro apparizione fantasmagorica alcune navi che con il loro carico umano, hanno segnato l’inizio di quello che sarebbe stato chiamato “l’esodo degli albanesi”.
A differenza di altri documentari, come il recente La Nave Dolce di Daniele Vicari, che si sono occupati del tema concentrandosi sull’approdo nei porti italiani, Anija si focalizza soprattutto sulla partenza, cercando di approfondire le ragioni della fuga di questo popolo ormai privo di speranze. Materiali assolutamente inediti, foto e filmati di repertorio documentano inoltre gli anni oppressivi del regime comunista finito come gli altri dell’Europa orientale dopo la caduta del muro di Berlino. In particolar modo, il documentario è costituito da testimonianze dirette di alcuni protagonisti di quel particolare avvenimento, che oggi vivono felici in Italia con un loro lavoro e una loro famiglia, mentre il materiale di repertorio racconta soprattutto l’arrembaggio a tutte le navi in partenza per l’Italia, dall’Anija alla Vlora.
Abbiamo intervistato qui a Torino il regista Roland Sejko e vi proponiamo qui sotto il servizio: