Venezia 70°: Kim Ki-duk presenta Moebius

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Abbiamo seguito in occasione della 70° edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia la conferenza stampa del nuovo film di Kim Ki-duk: Moebius. Interpretato da Cho Jae-hyun, Seo Young-ju e Lee Eun-woo Moebius racconta la dura e controversa storia di un nucleo familiare. Potete trovare qui sotto le domande poste dalla stampa internazionale al regista Kim Ki-duk e agli interpreti Seo Young-ju e Lee Eun-woo.

Perché ha scelto questo titolo? E perché ha deciso di realizzare un film senza parole?

Kim Ki-duk: Per quanto riguarda il fumettista non c’è nessuna relazione con il mio film, il titolo si rifà ai principi matematici di Moebius. Questo è un film sulla famiglia, sul concetto di famiglia, sul sesso e i genitali, su quei rapporti e quelle dinamiche che si creano dentro la famiglia. Poi nel mio cinema e nei miei film non c’è quasi mai un grande dialogo. Questa volta ho voluto togliere del tutto i dialoghi per realizzare un esperimento di nuovo cinema fondato solo sulle immagini.

Schermata 2013-09-03 alle 20.46.19In questo film è importante il concetto del potere?

Kim Ki-duk: Si, molto. Ho deciso di parlare dei genitali maschili e femminili per rompere i tabù della società coreana. Uno dei miei intenti principali era portare al grande pubblico argomenti appartenuti alla sfera del proibito e del segreto.

Nel film possiamo trovare una particolare attenzione a determinati dettagli sonori e visivi. C’è una motivazione precisa?

Kim Ki-duk: Prima di girare il film parliamo della sceneggiatura e discutiamo con lo staff artistico degli oggetti del film. Ma non do direttive particolari, è lo staff che sceglie particolari oggetti che poi vengono lasciati alla interpretazione dello spettatore. Ciascuno di noi guarda determinati oggetti e fa poi collegamenti personali e individuali.

Il pubblico ha riso in alcuni momenti del film. Aveva previsto questa reazione nella stesura della sceneggiatura?

Kim Ki-duk: Questo film parla di un argomento molto complesso, soprattutto in Corea. Oggi voi vedrete la versione originale di questa opera, ma in Corea è stata già tagliata. Vista la pesantezza e la complessità dei temi ho deciso di rendere il film più leggero in determinati punti, per questo ho inserito alcune scene divertenti.

Schermata 2013-09-03 alle 20.46.01Gli attori si sono sentiti a disagio leggendo la sceneggiatura? Come è stato lavorare con Kim Ki Duk?

Seo Young-ju: Quando ho letto la sceneggiatura ho subito pensato all’importanza di parlare di questi argomenti all’interno della società coreana. Non ho avuto nessun problema o incertezza ad accettare l’offerta.

Lee Eun-woo: Io invece ero molto indeciso soprattutto in relazione al mio ruolo, una parte complessa e controversa. Poi però ho incontrato il regista e questo mi ha dato entusiasmo e coraggio.

Il film parla di amore e di sofferenza all’interno di una famiglia. Perché la scelta di un nucleo familiare?

Kim Ki-duk: Questo film parla di una famiglia ma è anche rappresentativo delle difficoltà e delle tensioni di una società intera. Vedo la famiglia di questa opera come una sorta di società concentrata.

By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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