Abbiamo visto in occasione della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma il secondo film a sorpresa in concorso: Drug War. Diretto da Johnnie To e interpretato da Louis Koo, Honglei Sun, Suet Lam, Yi Huang e Wallace Chung, Drug War narra la storia di Ming, un narcotrafficante di droga incastrato dalla polizia dopo un’operazione andata male. Costretto a collaborare con le forze della legge per evitare la pena di morte Ming torna dai suoi contatti per trovare il boss dei boss, il responsabile di gran parte delle operazioni di droga cinesi. Ma l’impresa non sarà delle più facili. Oltre a dover convincere l’ispettore di polizia della sua buona fede Ming si troverà a svolgere un pericoloso doppio gioco con i suoi ex compagni di malefatte innescando una lunga spirale di orrore, violenza e droga.
La seconda sorpresa di questa settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma per quanto sotto le aspettative si rivela un piacevole gangster movie di stampo orientale. Drug War infatti è un’opera dalle molteplici sfaccettature (To passa dal thriller al poliziesco con una spontaneità fuori dal comune) che diverte, seduce e intriga lo spettatore calandolo nell’orrore e nelle sofferenze del mondo della droga cinese. Ovviamente di difetti ce ne sono e anche tanti. Partendo dalla recitazione sopra le righe degli attori principali, a tratti divertente ma nel lungo termine stancante e poco digeribile e continuando con le scene di sparatoria decisamente ripetitive e troppo lunghe nella parte finale dell’opera. Ma vi sono anche delle vere e proprie scene cult, una più irresistibile dell’altra: To con il tocco tarantiniano che lo contraddistingue, realizza una impeccabile sequenza di una cena tra Ming, l’ispettore di polizia e un narcotrafficante dalla risata inquietante e come se non fosse abbastanza ci mostra una overdose mancata dell’ispettore girata con un punto di vista tanto unico quanto originale. A caratterizzare di forza e spessore Drug War vi è anche un montaggio frenetico che contribuisce a trasmettere nello spettatore la sensazione di adrenalina, paura e angoscia tipico delle droghe. In conclusione Drug War non è un film completo: intriga e diverte nella prima parte ma innervosisce e annoia nella seconda scadendo (nel ridicolo) in un finale talmente affrettato da risultare un vero e proprio pugno nello stomaco. Ma resta sempre un’opera di Johnnie To, una piccola perla da vedere e rivedere per apprezzare una volta e per tutte l’originalità e unicità del cinema orientale.