Dopo Il seme della discordia (2008), accolto severamente dalla critica, Pappi Corsicato torna a dirigere una commedia teatrale sulla chirurgia estetica, che diventa spunto per una riflessione più accurata sulla moderna società dei consumi. Bella (Laura Chiatti) è la splendida e frizzante conduttrice di uno show televisivo sulla chirurgia plastica. Sposata con René (Alessandro Preziosi), il chirurgo della trasmissione, Bella percepisce l’invidia del marito per il suo successo. Quando la conduttrice viene licenziata dal programma perché “il suo viso ha stancato”, infuriata si mette alla guida della sua macchina e un water le cade dritto in faccia, distruggendo il parabrezza. Quella che sembrava essere una disgrazia viene usata dai coniugi come occasione di nuovo successo e guadagno. Bella decide di sottoporsi in diretta ad una operazione chirurgica al volto, che le donerà una bellezza perfetta. Ma qualcosa rovinerà il piano.
L’uso della chirurgia estetica, i media, la spettacolarizzazione della cronaca, sono i temi principali su cui si concentra Corsicato in questa sua riflessione ironica sul contemporaneo. Lo fa attraverso una regia citazioni sta, che attinge a piene mani dalla commedia romantica hollywoodiana, su tutti L’asso nella manica di Billy Wilder, e dal cinema di costume italiano. Non mancano i riferimenti a Gli occhi senza volto di George Franju, che ha ispirato anche uno dei maestri del regista partenopeo, ossia Pedro Almodòvar in La pelle che abito. L’influenza del regista manchego è evidente nell’uso dei colori accesi e nel taglio sopra le righe scelto per la storia, che vorrebbe indicare non più una contrapposizione fra finzione e realtà, fra essere e apparire, ma ormai una loro sovrapposizione. La finzione però èdichiarata, in alcuni momenti, dall’introduzione di un bianco e nero lucente. Nella recitazione, di stampo teatrale, Preziosi si ritrova perfettamente. Dosando romanticismo e freddezza, riesce bene nella parte dell’uomo frustrato senza scrupoli. Laura Chiatti, attrice di formazione non teatrale, se la cava bene, aiutata da una folgorante bellezza intorno a cui ruota tutto il film. Su tutti però l’interpretazione più riuscita è quella di Iaia Forte, nei panni di una suora che conosce tutto tranne la carità e la compassione cristiane.
Nel complesso Il volto di un’altra si presenta come un film dalle aspirazioni altisonanti, ma che di fatto si perde nella rappresentazione dei vari temi, tra le altre cose per l’eccessivo citazionismo ostentato e nemmeno rielaborato in modo personale. Questa volta l’allievo, Pappi, non ha superato il maestro Pedro.