In corsa per il Gran Platinum Prize del Future Film Festival c’è anche The Life of Budori Gusuko, il film d’animazione di Gisaburo Sugii, ispirato ad un racconto di Kenji Miyazawa, il più grande scrittore giapponese per l’infanzia.
Budori Gusuko è un giovane gatto blu che vive felice con i suoi genitori e la sorella minore, in una piccola casa di legno immersa nella campagna, fino ad un inverno eccessivamente rigido e gelido che distrugge la sua vita così tranquilla, lasciandolo solo al mondo. I genitori scompaiono e la sorella viene rapita da una misteriosa creatura che la porta via senza alcuna spiegazione. Così Budori comincia a viaggiare, alla ricerca di un posto diverso e confortevole, dove poter iniziare una nuova vita, anche se il pensiero di ritrovare la sorella Nori è sempre presente in lui ed è il principale movente dei suoi spostamenti. Dalla campagna alla città, dai prati fioriti alle atmosfere industriali e metalliche di una metropoli futuristica, Budori è in continuo movimento e incontra diversi personaggi che finiscono, in un modo o nell’altro, per influenzare il corso della sua vita.
The Life of Budori Gusuko è un racconto di educazione trasportato sul grande schermo, in cui si percepiscono come temi predominanti la natura, l’ambientalismo, i legami familiari e la forza di volontà per andare avanti, anche quando la vita pone davanti degli ostacoli all’apparenza insuperabili. Sullo sfondo di paesaggi e scenari evocativi e invasi di colore, il protagonista vive la sua avventura attraversando posti diversi, che sembrano anche appartenere ad epoche diverse. Mentre però la scenografia e la grafica del film si possono considerare i punti di forza, un grande punto debole è la storia, che rallenta troppo in alcuni punti, soffermandosi su particolari superflui e lasciando troppo spazio alla colonna sonora, costituita da canzoni spesso fuori luogo e ridondanti. Inoltre la durata è sicuramente eccessiva per questo film, che risulta troppo impegnativo per il pubblico dei più piccoli, soprattutto a causa della mancanza di scene dinamiche e di una sceneggiatura frizzante con battute divertenti e simpatiche.
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