I miglior film sulle corse d’auto, aspettando Fast and Furious 7

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Il 2 Aprile  in Italia uscirà Fast & Furious 7 (Furious Seven), diretto da James WanLa saga automobilistica per eccellenza inaugurata con il primo titolo della serie, diretto da Rob Cohen nel 2001 e interpretato da Vin DieselPaul Walker e la sensuale Michelle Rodriguez. Tutti i film sono ambientati nel mondo spericolato e pericoloso delle corse illegali, per le strade di Los Angeles, Miami (in “2Fast 2Furious”), Rio de Janeiro (“Fast & Furious 5“), o Tokyo (in “Tokyo Drift” l’episodio giapponese, senza Diesel). Ma sul tema cinema e motori sono state girate svariate pellicole: un guazzabuglio di inseguimenti mozzafiato, incidenti spettacolari e adrenaliniche simbiosi uomo-auto. Cosa non si fa per la gloria? Per quel brivido derivante dalla velocità, che ci tiene sospesi tra la vita e la morte? Ebbene tanti sono caduti, ma le loro gesta solleticano ancora i nostri cuori e quelli di molti registi.

fast 5Partiamo con un classico: La 24 ore di Le Mans (1971), diretto da Lee H. Katzin (Formula per un delitto) e con protagonista il grande Steve McQueen. Il film ebbe uno dei più alti budget dell’epoca e gran parte di esso fu girato nell’estate del 1970, pochi giorni dopo la gara vera e propria, con la casa cinematografica Solar Productions che noleggiò per i tre mesi previsti per la realizzazione tutto il Circuit de la Sarthe, una trentina di auto da corsa, acquistò la Porsche 917 che fu guidata da McQueen e ingaggiò numerosi piloti professionisti, che ricevettero un salario (elevato per l’epoca) di 150 dollari al giorno per simulare le diverse fasi di gara. Fu anche noleggiato un castello nei pressi del tracciato per alloggiarvi tutta la troupe. Tuttavia il film ebbe scarso successo al botteghino e fu un fiasco nella carriera del rinomato attore. A distanza di anni, però, è ricordato come una stringente testimonianza su una delle gare più famose e come uno tra i migliori film di corse automobilistiche, soprattutto per il suo notevole realismo insieme a Grand Prix di John Frankenheimer e Fangio – Una vita a 300 all’ora di Hugh Hudso. 

Proseguiamo con Grand Prix, primo film ambientato nel mondo dell’alta velocità, sui grandi circuiti internazionali, da Montecarlo a Monza e che vide la collaborazione delle principali scuderie di Formula 1 in particolare della BRM, della Ferrari e della McLaren. Grande appassionato di quattro ruote, l’americano John Frankenheimer ha sperimentato tecniche di ripresa particolarmente innovative: cineprese a bordo delle vetture e split-screen in primis.

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A distanza di qualche anno, nel 1971, vede la luce il lavoro di Steven Spielberg: Duel. Girato in soli tredici giorni, nacque come film per la televisione. Poco tempo dopo, per il grande successo riscosso e per consentirne l’uscita nei cinema statunitensi, il regista ne portò la durata da 74 a 90 minuti. Gran parte delle sequenze offrono la scena al solo protagonista, ma vengono arricchite dall’efficacia delle inquadrature e dalla tensione costante. È il secondo lungometraggio firmato dal venticinquenne Spielberg, tratto dall’omonimo racconto di Richard Matheson, che ne ha curato anche la sceneggiatura. Divenuto in breve tempo un vero e proprio cult, è il film che ha lanciato la carriera del cineasta verso grandi successi di critica e di pubblico, a partire da Lo squalo. A scontrarsi sono un tranquillo commesso viaggiatore, a bordo di una Plymouth Valiant e l’autista di un’autocisterna deciso a buttare l’auto fuori strada. Dure scene di come nella sfida si veda un modo per vincere la noia.

Ed ora spostiamoci nei magnifici Usa degli anni ’90 con Giorni di tuono, diretto da Tony Scott.  Auto veloci, incidenti che fanno sobbalzare il cuore, un avversario indomito e antipatico (Michael Rooker), un mentore saggio (Robert Duvall) e una splendida e giovane dottoressa sexy di cui si può perdere la testa anche spenti i riflettori (Nicole Kidman). Lo spericolato Cole, corridore automobilistico, collauda auto di serie col motore truccato. Rivaleggia con Rowdy e ambedue finiscono in coma all’ospedale. Nel secondo tempo l’azione si allontana dalle piste, si sposta in ospedale e in campagna e finalmente sboccia la storia d’amore tra il bel pilota e la bella neurologa. Cosa volere di più?

“Un film spettacolare, che dice qualcosa di nuovo sul giro d’affari attorno ai piloti e alle marche, ma nella sua storia principale è parecchio di maniera. Il film fu galeotto per la love story (culminata in matrimonio) fra Tom Cruise e Nicole Kidman. Forse perché troppo impegnati a tubare, nessuno dei due dà il meglio sullo schermo” apostrofa Giorgio Cabona, nel 2000. “Assurdo pur se ben confezionato dramma automobilistico, che inanella brividi a trecento orari, dialoghi di rara banalità, convenzionali quanto approssimativi ritrattini dei piloti votati al pericolo. Se l’elegante regista Tony Scott non vale il talentuoso fratello Ridley, al Tom Cruise estemporaneo soggettista (che inventa un improbabile ruolo per la sua inseparabile Nicole Kidman) riesce un’impresa a prima vista impossibile: far rimpiangere il Tom Cruise attore. Il film mira a ripetere il successo di ” Top gun“, fatto apposta per trascinare platee di giovanissimi elettrizzati e amanti delle rischiose imprese da circuito automobilistico.

Passiamo al nuovo millennio con Driven (2001), diretto da Renny Harlinper poi proseguire in ordine cronologico con una produzione francese del 2003, Adrenalina blu – La leggenda di Michel Vaillant, diretto da Louis-Pascal Couvelaire e tratto da un fumetto degli anni ‘50. Driven è ambientato nelle corse americane della Champ Car, con protagonista Sylvester Stallone. La coppia Harlin-Stallone ha già lavorato insieme nel film Cliffhanger – L’ultima sfida. Sarà uno dei film più muscolari e improbabili del genere, che punta soprattutto sulle sequenze di corse d’auto davvero folli, persino tra le strade urbane. Per quanto riguarda Adrenalina blu, alcune scene del film sono state girate durante la 24 Ore di Le Mans 2002 cui le due biposto a marchio Vaillante e Leader sono state realmente iscritte in gara. Le vetture in questione sono state rappresentate l’una da una Lola B98/10 e l’altra da una Panoz LMP1 Roadster S, rimarchiate per l’occasione coi colori delle due fittizie case automobilistiche; entrambe le auto sono state gestite dal Team DAMS, e hanno preso parte alla prova di durata rispettivamente con gli equipaggi Emmanuel Clerico-Michel Neugarten-Philippe Gache e Perry McCarthy-Marc Duez-Jorome Policand.  Le Vaillante da rally sono in realtà delle Peugeot 206 WRC, a cui sono state applicate delle carrozzerie posticce. Per rappresentare le auto di serie della Vaillante, si è invece attinto a delle Pagani; in questo caso non si è ricorso ad alcuna camuffatura (col logo della casa italiana, peraltro, spesso in bell’evidenza), probabilmente per via della poca notorietà di cui all’epoca ancora godeva il marchio modenese, sorto appena pochi anni prima delle riprese del film.  Notevole la fotografia, così come le immagini di gara, ma lo stile è lontano dalla realtà della vera 24Ore di Le Mans e troppo caricaturale: piacerà più ai fan di Taxxi che agli amanti delle competizioni, ma è comunque piacevolmente guardabile.

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Dulcis in fundo, Rush. Un film del 2013 di Ron Howard. Basato su una sceneggiatura di Peter Morgan, racconta l’intensa rivalità tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda, interpretati rispettivamente da Chris Hemsworth e Daniel Bruhl. Il 24 novembre 2012 il regista ha dichiarato ad un’emittente tedesca di non voler utilizzare le scene del vero incidente di Lauda nel film, ma di aver ricreato la scena nel vecchio circuito del Nurburgring, che non coincide con l’attuale configurazione del circuito tedesco per le gare di Formula 1; la vecchia configurazione del Nordschleife, di oltre 22 km, è tuttavia ancora esistente e utilizzata per vari eventi e prove private, così da aver permesso alla produzione di girare nell’esatto punto dell’incidente del pilota. Il budget del film è stato di circa 38 milioni di dollari ed è stato girato interamente in digitale. L’ex pilota tedesco Jochen Mass, compagno di Hunt in McLaren nel 1976, ha partecipato al film come consulente e controfigura.

“Quando uno rischia la vita così non dovrebbe farlo per qualcosa di molto importante?”

“Quando uno corre vive”.

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