Venezia 74: First Reformed, l’intimo thriller di Paul Schrader

Paul Schrader è una personalità che ha lasciato il segno nella storia del cinema fino ad oggi. Basti pensare alla regia di American Gigolo e alla sceneggiatura del cult di Martin Scorsese, Taxi Driver. Dopo il recente Cane mangia Cane, da poco passato nelle sale, il suo nuovo film First Reformed è stato presentato in concorso alla 74° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.

Uno schermo 4:3 ci invita lentamente ad entrare in una Chiesa solida fondata 250 anni fa, che custodisce ricordi, dolore e gioia di quella zona degli Stati Uniti D’America. Ethan Hawke è il reverendo Toller, un ex soldato che, dopo la morte del figlio in Iraq e il divorzio dalla moglie, sceglie di diventare un prete cristiano a servizio della comunità. Perseguitato dai fantasmi del passato e inghiottito gradualmente da una solitudine in cui si fanno strada senso di colpa e rancore, egli manifesta una personalità introversa e riflessiva. Quando una giovane coppia chiede il suo aiuto però, qualcosa cambia. Mary, una ragazza incinta interpretata da Amanda Seyfried, è preoccupata per il fidanzato, un ambientalista radicale ossessionato dal cambiamento climatico e i vari problemi che minacciano il futuro del pianeta Terra e dell’umanità. Il reverendo si confronta con loro cercando una soluzione, ma i suoi sentimenti contrastanti e le questioni irrisolte che scavano da tempo nella sua anima, giocano un ruolo fondamentale nello stravolgere il suo equilibrio interiore.

Amanda Seyfried in First Reformed

Avvolto nella sua tunica nera, con il volto spigoloso e un’espressione sofferente, egli si muove all’interno di ambienti spogli e distaccati come un vampiro in carenza di sostentamento. L’alcool è l’unico compagno fedele da cui si lascia assistere, mentre gli altri personaggi provano ad avvicinarlo senza successo.

Un thriller intimo e tormentato

La ragione non offre soluzioni” afferma Toller nel film in uno dei tanti dialoghi intimi tra i personaggi che costituiscono una sceneggiatura brillante e lineare, capace di passare dal classico dramma indipendente ad un thriller emotivamente coinvolgente. Schrader si impegna a toccare le corde profonde della natura umana, avvolgendo First Reformed in un senso di angoscia ed estraneità che confonde ed inquieta. Il tormento del protagonista è reso benissimo da Hawke che, ancora una volta, conferma il suo talento graffiante ed ipnotico.

Un ambientalismo radicale

Si muove bene in una storia amara con momenti di una dolcezza brutale, sullo sfondo di una denuncia ambientalista che punta i riflettori sul terrorismo, l’indifferenza e le caratteristiche più etiche dell’attivismo. Inquadrature austere e glaciali, geometriche e fredde in cui dominano il nero, i grigio e il bianco presentano una realtà religiosa corrotta e inquietante, dove l’idea del fanatismo religioso si percepisce in tutta la sua negatività e ingiustizia. Toller scrive un diario in cui si interroga ogni giorno sulla fede, l’identità di Dio, e le dinamiche del mondo, offrendo al regista uno strumento di esplorazione per provare a comprendere invece di giudicare. Un film che sorprende, stordisce e conquista per la sua originalità e determinazione.