Il prossimo 10 ottobre uscirà in tutti i cinema italiani uno dei sequel horror più attesi dell’anno: Insidious 2. Prodotto da Jason Blum e Oren Peli, scritto e ideato da Leigh Whannell, diretto da James Wan e interpretato da Patrick Wilson, Rose Byrne, Lin Shaye, Ty Simpkins e Barbara Hershey Insidious 2 riprende le vicende della famiglia Lambert a distanza di due anni dai terribili fatti avvenuti nel primo capitolo. Mentre la morte sospetta della medium Elise (Lin Shaye) apre un ciclo di indagini su Josh Lambert (Patrick Wilson), Renai (Rose Byrne) decide di trasferirsi in una nuova casa con la sua famiglia per dimenticare il passato e superare il più velocemente possibile la condanna del marito. Ma nella nuova dimora le cose non cambiano. Gli oggetti cadono, i pianoforti emettono melodie misteriose e strani eventi soprannaturali continuano a infestare la casa dei Lambert. Intanto Lorraine Lambert (Barbara Hershey), madre di Josh, indaga sul passato della sua famiglia per scoprire le origini del legame tra gli spettri e suo figlio. La realtà che emergerà spiegherà molti dei misteriosi eventi del primo capitolo rivelando quanto il male più oscuro non abbia confini spazio temporali.
Dopo i 97 milioni di dollari incassati (contro gli 1,5 spesi) nel 2011, Insidious non poteva non seguire le classiche logiche del marketing americano ed ecco arrivare in meno di due anni l’ovvio secondo capitolo. Partendo dal presupposto che Insidious aveva una perfetta conclusione e che i sequel sono solo modi per ripercorrere strade sicure (e fare altri soldi) Insidious 2 svela i classici pregi e difetti di rimettere mano su opere ben riuscite. La storia risulta già vista così come (logicamente) i personaggi e anche le situazioni (rumori improvvisi, melodie inquietanti, sedute spiritiche) e i primi trenta minuti del film faticano ad appassionare dimostrando allo spettatore la solita staticità dei sequel. Da metà opera in poi però Wan riprende in mano il film, costruendo non più la classica ghost story del primo capitolo ma una vera e propria mitologia dei fantasmi, capace di collegare passato e presente dei Lambert a quelle che sono le crudeli presenze demoniache che da sempre contraddistinguono le loro vite. Entriamo nel vivo della narrazione grazie a personaggi prima secondari e ora principali (fantastica Barbara Hershey nei panni di Lorraine Lambert) e vediamo tanti pezzi di puzzle magicamente unirsi in una geniale composizione che ci svela tutto il senso del film. E’ miracoloso vedere come Wan riesca a svelare allo spettatore qualcosa dall’inizio (qui si gioca addirittura con le scene del primo capitolo in meccanismi molto teatrali che ricordano il miglior Wes Craven) rendendo logico il senso del tutto solo alla fine. Ed è incredibile come riesca a costruire una vera e propria storia tanto crudele quanto affascinante di quello spettro comparso solo pochi secondi nel primo capitolo. Per questi motivi Insidious 2 pur essendo stato realizzato sicuramente con finalità puramente economiche riesce a distinguersi da tutti gli altri film horror in circolazione dimostrando ancora una volta il talento di Wan alla regia e di Whannell alla sceneggiatura. Non c’è niente da fare. James Wan, pur essendo stato inglobato dalla saga action di Fast and Furious, rimane l’autore più interessante del panorama horror, l’unico capace di rendere godibile e spettacolare un sequel tanto difficile quanto rischioso come questo Insidious 2.
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