33 TFF: The Lady in the Van, Maggie Smith eccentrica vagabonda

La sezione Festa Mobile del Torino Film Festival ci ha regalato una commedia inglese con una fantastica Maggie Smith. Parliamo di The Lady in The Van, il film di Nicholas Hytner (Il Ritmo del Successo, L’Oggetto del Mio Desiderio) che per circa un’ora e mezza ci porta nel quartiere londinese di Camden Town per vivere un’avventura emozionante e divertente ispirata ad una storia “quasi vera” come sottolineano i titoli di testa.

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Maggie Smith interpreta un’anziana e permalosa vagabonda che vive su un furgone. Dopo vari spostamenti decide di stabilirsi in una via residenziale dove instaura un rapporto particolare con il commediografo Alan Bennett (Alex Jannings) che la accoglie in sosta nel suo vialetto per oltre 15 anni. Intanto il resto dei vicini si curano di lei più per dovere civico ed educazione, portandole cibo, vestiti e cercando di scambiare due chiacchiere. Ma non è semplice relazionarsi con una donna evidentemente ferita da un passato misterioso e ferma nelle sue bizzarre convinzioni. Il suo carattere è nello stesso tempo eccentrico e spassoso. L’attrice che abbiamo imparato ad amare dal grande al piccolo schermo regala un’ottima interpretazione dando vita ad un personaggio carismatico e ricco di sfumature, investito di una forte carica di humour prettamente english. La sceneggiatura brilla, in particolare, dei confronti tra i due protagonisti,  ironici e divertenti, ma anche utili a svelare la vera storia che ha portato Miss Shephard a passare tutta la sua vita in un furgone sporco e puzzolente.

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Alex Jennings risulta un compagno di scena adatto al suo ruolo al fianco di Maggie Smith e il film procede con un ritmo dinamico e frizzante, realizzando una commedia di spessore in cui trovano spazio battute taglienti che toccano vari argomenti, tra cui la religione e la politica. I due protagonisti sono uno l’opposto dell’altro, ma il loro incontro segna un cambiamento per entrambi ed evidenzia il giusto percorso per la direzione giusta da seguire. Perchè questa vagabonda dal portamento nobile e la lingua lunga, reagisce così male appena sente la musica? Perchè questo celebre scrittore di Londra vive da solo e deve fare i conti con una personalità duale? Il contrasto risulta vincente ed alimenta il cuore di The Lady in the Van, che denuncia un’impostazione teatrale della narrazione, ma è convincente e coinvolgente dall’inizio alla fine. Si ride e ci si commuove trascinati dall’irresistibile personaggio irruento e fragile di Miss Shepard e dalla compostezza e solidarietà di Alan Bennett, mentre sullo sfondo si intrecciano le dinamiche della coscienza collettiva di un intero quartiere.

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