Francis Ford Coppola ha scritto intere pagine di cinema, alcune delle quali particolarmente criticate. Scopriamo insieme i film più incompresi del regista italo americano.
Le polemiche e le critiche che ruotano vorticosamente intorno a Megalopolis hanno colpito vari ambiti. Da quello artistico a quello meramente economico, trattandosi di una produzione che si aggira ai 120 milioni di dollari. Questa cifra è stata raggiunta soprattutto grazie agli investimenti del regista, che all’età di 85 anni non si è voluto arrendere dal realizzare questo sogno, che segnerà per sempre la sua carriera e – a suo dire – la settima arte.
Qualcuno scherzando lo ha soprannominato Megafloppis, visto quanto sia stato snobbato da Hollywood e fortemente criticato dalla critica americana, ma ciò non toglie che dopo 40 anni di lavorazione, il regista abbia creato un’opera cinematografica estremamente ambizioso e folle sotto certi punti di vista.
Tuttavia, questo non è di certo il primo film ad essere finito nel mirino della critica e dei conti della produzione. Il regista è a Roma pre presentare Megalopolis come evento di pre apertura alla Festa del Cinema di Roma 2024. Scopriamo insieme quali sono stati i film più incompresi di Francis Ford Coppola ma che portiamo ancora oggi nel cuore.
Megalopolis o megafloppis?
Iniziamo proprio con il suo ultimo lavoro dietro la macchina da presa. Cesar Catilina (Adam Driver) è un architetto e scienziato che è riuscito a vincere il premio Nobel per aver conseguito una ricerca scientifica nella quale era riuscito ad acquisire dei poteri in grado di poter controllare il tempo e lo spazio.
Il suo sogno è quello di ricostruire la città utopica di New Roma, dopo esser stata distrutta da una catastrofe. Ad ostacolare questo suo desiderio il sindaco Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito) corrotto fino al midollo. A trovarsi in mezzo a questi due fuochi, la figlia del primo cittadino, Julia Cicero (Nathalie Emmanuel), nonché amante dell’architetto visionario.
Nella loro lotta per la rinascita della città, compare anche Hamilton Crassus III (Jon Voight), magnate che spalleggia il nipote Cesar, mentre il cugino Clodio (Shia LaBeouf), nutre una profonda ossessione per la giovane Julia. In Megalopolis troviamo un cast stellare senza pari, guidato da: Al Pacino, Angelica Huston, Nicolas Cage, Andy Garcia, Roger Corman, Spike Jonze, Jon Favreau e Darren Aronofsky.
Il Padrino – Parte III
Come accade in questi casi, le persone così come i film, o si amano o si odiano. Per Il Padrino – Parte III uscito durante la settimana di Natale del 1990, la direzione di Francis Ford Coppola fu soggetta a diverse critiche. Un atteggiamento piuttosto strano tenendo conto delle 7 nomination agli Oscar ottenute nel 1991. Tuttavia, quello che emerse dalle cronache dell’epoca, è di un film piuttosto criticato, addirittura deriso e considerato come il peggiore dell’intera saga.
La figura di Michael Corleone è ormai aggravata dall’incedere degli anni e il diabete sta mettendo a dura prova la vita del capofamiglia. Convinto a uscire dal suo giro di affari, decide di mettersi in società con la Banca Vaticana e il figlio illegittimo del fratello Sonny, Vincent Mancini. Per quanto le critiche non siano mancate, la rivincita di Coppola è arrivata anni dopo con una nuova versione del film Il Padrino: Coda- La morte di Michael Corleone.
Noioso e banale
Dopo il cult horror Dracula di Bram Stoker, per Francis Ford Coppola accade qualcosa di inaspettato nella sua carriera. La realizzazione del film Jack con protagonista Robin Williams, mette in seria difficoltà la sua carriera, distaccandosi completamente dai capolavori realizzati fino a quel momento.
Per quanto questo film offra delle riflessioni serie come il senso della vita, la vita di Jack viene sconvolta quando i genitori si rendono conto che la sua crescita non è uguale a quella dei ragazzi della sua età.
Ogni anno per lui equivale a quattro anni, per questo motivo ha molto meno tempo a disposizione per imparare e scoprire il mondo. Per quanto il botteghino lo abbia premiato, la critica lo considerò – testualmente – noioso e banale, tanto da aver sprecato il talento del suo regista, secondo Todd McCarthy per Variety.
Grisham non è bastato
Ispirato all’omonimo romanzo di John Grisham, la storia racconta l’ascesa di Rudy che da laureato in legge diventa ben presto procuratore. A Memphis, decide di patrocinare la famiglia di una persona malata di leucemia, la cui assicurazione non ha intenzione di dare il giusto risarcimento.
Andando avanti nella battaglia legale, si scontra con una schiera di avvocati noti e costosi. Nonostante tutto, il ragazzo riesce a vincere e a mandare in banca rotta l’assicurazione. Nonostante sia uno dei film più importanti di Coppola, L’uomo della pioggia è stato considerato un flop a causa del basso incasso ottenuto nei box office in America.
La produzione costata in totale 40 milioni, ha ottenuto – solo – 45 milioni di dollari dagli incassi. Trattandosi di una storia nota grazie al romanzo di Grisham, le attese era ben superiori a quelle ottenute realmente. Un altro esempio che dimostra quanto sia complesso il rapporto del regista con il denaro, quando si parla di realizzare i suoi film.