Gabriele Muccino presenta Padri e Figlie: “Ogni volta mi commuovo e non so perchè!”

Gabriele Muccino ha presentato a Roma il suo nuovo film realizzato oltreoceano, Padri e Figlie, che sarà nelle sale italiane dal 1° Ottobre e negli Stati Uniti il prossimo Dicembre. Una bella sorpresa dopo l’ultimo infelice Quello che So sull’Amore del 2012, con Russell Crowe e Amanda Seyfried protagonisti insieme ad un cast d’eccezione come Octavia Spencer, Diane Kruger, Aaron Paul, Jane Fonda e la piccola Quvenzhane Wallis. Il film racconta la storia di Jake (Russell Crowe), un romanziere di successo (vincitore di un Pulitzer) rimasto vedovo in seguito a un grave incidente, che si trova a dover crescere da solo l’amatissima figlia Katie, a fare i conti con i sintomi di un serio disturbo mentale e con la sua altalenante ispirazione. 27 anni dopo, Katie e’ una splendida ragazza che vive a New York: da anni lontana dal padre, combatte i demoni della sua infanzia tormentata e la sua incapacità di abbandonarsi ad una storia d’amore.

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Ogni film ha la sua storia. Qualunque regista in America per lavorare deve fare un lungo percorso, dal cinema indipendente ai festival e così via…io invece stavo scrivendo un film dopo Ricordati di Me e ho letto un articolo in cui Will Smith parlava di me. Così ci siamo incontrati e ho fatto il primo film con lui, La Ricerca della Felicità. Quindi ho battuto una concorrenza molto forte, sono stato fortunato ma Smith era convinto che fossi l’unico al mondo a poter fare quel film. Una storia assurda però è la mia storia” ha confessato il regista, aggiungendo: “Io voglio raccontare qualcosa di personale e attinente alla vita. Vorrei essere venuto dalla scuola di Ettore Scola, Oliver Stone, Woody Allen, Zavattini e fare alcuni film degli anni ’70 come “Un uomo da marciapiede”. Oggi invece gli studios fanno film per vendere giocattoli (Twilight, Star Wars, Avengers) o che vengono da libri popolari e remake“. Nell’attuale panorama del cinema contemporaneo, tuttavia, Gabriele Muccino sembra non voler adattarsi e seguire le dure regole del mercato: “Io non so fare film di questo genere e ho fatto delle scelte discutibili…loro li chiamano film d’arte, difficili da mettere insieme ma quando ti capitano sono come il miele per l’orso“. Per l’ultimo film che ha deluso gran parte della stampa italiana ed internazionale, Muccino ha confessato di aver avuto le mani legate dalla produzione: “Non potevo mettere mano alla sceneggiatura e il protagonista voleva scriversi le sue scene da solo”, mentre con Padri e Figlie ha avuto piena libertà e lo considera il suo “film più completo con cui riesco ad impattare una zona dell’inconscio che risponde ad un’emotività non calcolata, ma è come un’onda che cresce con la fruizione del film e rompe la cataratta. Anche io ancora mi commuovo con questo film e non so perché…forse perchè racconta qualcosa di profondo che sta lì dove non sappiamo raccontandolo in modo onesto“.

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Il cast è sicuramente il punto di forza del film scritto da Brad Desch che emoziona e commuove con delicatezza. “Il ruolo di Amanda (Seyfried) era molto scivoloso perché la figura di una donna che va a letto con molti uomini rischiava di far perdere il pubblico. Non volevo che il pubblico non avesse simpatia per lei, quindi la sfida era quella di empatizzare il personaggio, comprenderne le ragioni, partecipare al suo travaglio di autodistruzione e al rapporto che poi la salva. Lei ha un grande talento” ha dichiarato Muccino parlando della giovane attrice che abbiamo visto nel musical Les Miserables o nel romantico Letters to Juliet. Per la scelta di Russell Crowe invece ha raccontato: “La sua fisicità che conosciamo da Il Gladiatore (conoscendolo vi garantisco che è Maximus anche nella vita) gli permette di fare molti ruoli. Ho girato prima tutta la parte contemporanea con Amanda e lui è arrivato in corsa, molto stanco dopo la fine delle riprese di un altro film, la promozione di Noah e altri impegni. Mi sono chiuso con lui due giorni nella sua casa e gli ho fatto vedere due ore di convulsioni su Youtube come benvenuto. Il suo personaggio è un combattente, ma la fisicità gli va contro…c’era il rischio di fare una cosa involontariamente comica”. Al centro del film, tuttavia, c’è l’amore nelle sue varie forme, all’interno della famiglia e tra le strade di una New York accogliente e da cartolina. “Io senza amore non saprei vivere, è ciò che muove il mondo ma credo che le donne abbiano un istinto a cercare l’amore più spiccato degli uomini. Lo vedo anche in mia figlia di 6 anni che ha quasi un atteggiamento materno nei miei confronti” ha concluso Gabriele Muccino, che ritorna in modo convincente dietro la macchina da presa.