Ghost in the Shell, un live action sintetico

Da un grande anime derivano grandi responsabilità. Non era facile trasporre Ghost in the Shell, il franchise dai toni cyberpunk creato nel 1995 da Mamoru Oshii. Dopo innumerevoli cambi di regia e di casting, il 30 marzo 2017 arriva sugli schermi il live action diretto da Rupert Sanders e interpretato da Scarlett Johansson.

In un futuro distopico è svanito ogni confine tra uomo e macchina. Major (Scarlett Johansson), un agente della Sezione di Sicurezza Pubblica Nove, si risveglia in un corpo sintetico. Diversi umani sono diventati cyborg ma Major conserva il suo “fantasma”, la sua anima. Qualcosa di intrinseco che le permette di scoprire il reale scopo per cui è rinata robot.

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Scarlett Johansson è Major, l’agente della Hanka Robotics di Ghost in the Shell

Scarlett Diva

Non è un mistero che Scarlett Johansson sia tagliata per i ruoli da action girl. Dopo lo straordinario successo di Vedova Nera nel Marvel Cinematographic Universe, l’interprete di Lucy incarna Major, l’agente della sezione nove che, dopo un misterioso incidente, si risveglia robot. Pronta a tutto per scoprire qualcosa in più sul ghost, l’anima che la rende umana, Major sfida la Hanka Robotics, un’organizzazione antiterrorismo cibernetico che nasconde oscuri segreti.

Tu sei quello che tutti diventeremo”, affermano le creature che infestano l’universo di Ghost in the Shell. Un messaggio distopico che, nell’anime di Mamoru Oshii, rende Major un anti-eroina di grande impatto e malinconia. Nonostante l’indiscutibile physique du role e le sequenze anti-gravità, Scarlett Johansson non consacra un Amazzone pari ad Alice di Milla Jovovich. La tiepida sceneggiatura di Jamie Moss e William Wheeler confina in una fredda struttura robotica l’affascinante Major.

A supportare la Johansson nella lotta contro la Hanka Robotics ci sono Juliette BinocheMichael Pitt e Takeshi Kitano che interpretano rispettivamente la dottoressa Ouelet,  l’oscuro Kuze e l’implacabile Aramaki.

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Major tenta di scoprire la sua vera anima celata dal corpo sintetico di Ghost in the Shell

Un’anima robotica

Ghost in the Shell

è la perfetta sintesi di Major. Una creatura dal cuore sintetico che fatica a trovare la sua identità.

Ispirato dallo stile eccessivo e iper-patinato delle sorelle Wachowski (in primis la trilogia di Matrix, a sua volta tratta dall’anime di Mamoru Oshii), Rupert Sanders (il fragile autore di Biancaneve e il Cacciatore) incanta con una messa in scena che, tra futuri distopici e creature robotiche, sa di già visto.

Negli ultimi venti anni il cinema internazionale ha preso a piene mani dalla meravigliosa opera di Mamoru Oshii. Il cult che, da Matrix ad A.I. Intelligenza Artificiale e Minority Report, è stato saccheggiato e ridefinito più volte dal cinema contemporaneo.

Il più rivoluzionario degli anime è oggi uno sci-fi che non convince del tutto: seguiamo la lotta di Major senza un coinvolgimento emotivo, sedotti da un trionfo di azione che non va oltre l’estetica. Ghost in the Shell è un film spettacolare esteticamente ma di empatia-androide. Un live action che, come Major, ha un’anima robotica e impenetrabile.

Ghost in the Shell verrà distribuito da Universal Pictures nei cinema italiani il 30 marzo 2017.

Trailer Ghost in the Shell

By Carlo Andriani

Segnato da un amore incondizionato per la settima arte, cresciuto a pane e cinema e sopravvissuto ai Festival Internazionali di Venezia, Berlino e Cannes. Sono sufficienti poche parole per classificare il mio lavoro, diviso tra l’attenta redazione di approfondimenti su cinema, tv e musica e interviste a grandi personalità come Robert Downey Jr., Hugh Laurie, Tom Hiddleston e tanti altri.

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