Being Charlie
, in anteprima al Giffoni Film Festival, è l’ultima opera di Rob Reiner, il poliedrico regista che ha firmato film di grande successo e dai generi differenti, da Misery non deve morire ad Harry ti presento Sally, da Stand by me a Codice d’onore. Qui Reiner, sempre attento ai temi sociali e grande attivista politico, rivolge uno sguardo lucido e mai retorico, anche se drammatico, su una storia di tossicodipendenza giovanile e di crescita personale, ambientata tra le luci e le ombre di una certa società bene californiana, dove idealismi e opportunismi si intrecciano in maniera ambigua.
Charlie (Nick Robinson), nel giorno del suo diciottesimo compleanno, scappa dall’ennesimo centro di riabilitazione per tossicodipendenti, tra i puritani dello Utah, per tornare a casa a Los Angeles. Lo aspetta Adam (Devon Bostick), amico di sempre e compagno di eccessi, ma deve fare i conti con l’opposizione della famiglia, una ricca coppia che incarna tutti gli stereotipi della upper class americana. Il padre David (Cary Elwes), ex attore ora candidato a governatore della California, sembra preoccupato esclusivamente per la sua campagna elettorale, ma neppure la madre Liseanne (Susan Misner), bella, fragile e sottomessa, trova un suo spazio nel gestire un figlio così problematico. Charlie dovrà sparire di scena e rinchiudersi in un nuovo centro di recupero, dove l’incontro con un’altra giovane ospite, Eva (Morgan Saylo) sembra aiutarlo a trovare un obiettivo per resistere e cercare una via d’uscita dalla dipendenza. La strada però non potrà essere semplice né diretta, e Charlie dovrà attraversare aspre difficoltà ed entrare nel buio più profondo di se stesso, per trovare il suo percorso.
Il regista Reiner racconta con tono asciutto e un giusto ritmo. Segue il suo protagonista ora nelle anguste e soffocanti stanze dei centri di riabilitazione, ora nelle splendide ville di famiglia, perfette e impersonali come appena ritratte per qualche raffinata rivista d’arredamento, fin nello squallore sudicio e triste di rifugi tossici; tra tutto questo, regala squarci di luce e poesia nelle splendide scene in esterno, dove una felice fotografia rende tutta la potenza vivificante di un paesaggio naturale selvaggio, che sembra entrare in risonanza con il desiderio di salvezza dei protagonisti. Con grande misura e senza eccessi, sorretto da una bella sceneggiatura firmata dal figlio Nick Reiner e dal giovane Matt Elisofon, il regista tratteggia con sincerità i suoi personaggi che, pur rientrando in categorie potenzialmente stereotipate, hanno comunque una forte carica umana. Così, in questo viaggio alla ricerca di un’identità, emergono quei grandi temi da cui non si può sfuggire, l’amicizia, l’amore, la famiglia, e mentre ogni personaggio corre incontro al proprio diverso destino, il regista sottolinea con intensità come l’amore e il senso di responsabilità personale siano la chiave di volta della vita di tutti noi.
Ottima prova per i giovani protagonisti. Nick Robinson, già baby attore Disney e visto in Jurassic World oltre che in varie serie televisive, tratteggia con delicata misura il personaggio di Charlie, in bilico tra egoismo e tenerezza, disperazione e desiderio di sopravvivenza; sensibili interpreti anche Morgan Saylo, già vista in Homeland, e Devon Bostick, noto per la serie tratta da Diario di una schiappa.