Presentato alle Giornate degli Autori 2021, Madeleine Collins si piazza probabilmenente tra i titoli piu interessanti di questa 78esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Madeleine Collins | La doppia vita di una donna spezzata
La protagonista – una grandissima Virginie Efira – interpreta una donna dalla doppia vita, tra la Francia e la Svizzera. Da un lato, infatti, si prende cura della piccola Nin e vive con il padre di quest’ultima, Abdel (Quim Gutierrez). Dall’altro, è sposata con Melvil (Bruno Salomone) e ha due figli adolescenti. Dietro questa esistenza alquanto particolare si nasconde una ferita profonda e pericolosa per le conseguenze che porterà.
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La pellicola diretta da Antoine Barraud mette in scena una figura femminile dalle molte sfumature. In realtà, nel corso delle quasi due ore di durata, Madeleine Collins ne esibisce almeno un paio di esempi di madri e donne, evidentemente agli antipodi.
Madeleine Collins | Madri a confronto
Judith (Efira) mostra un lato materno tenero e affettuoso, nei confronti di Nin. Il suo modo di tenerla tra le braccia, di accarezzarle i capelli, di consolarla ha dell’innato e naturale. Diverso e, in qualche modo, atipico, risulta il comportamento di sua madre Patty (Jacqueline Bisset), sempre algida e spigolosa quando si rivolge alla figlia.
Ma entrambe sono mosse da qualcosa che riguarda il loro passato, e che le spinge in una direzione piuttosto che in un’altra. Nessuna delle due completamente sana, ma questo si scoprirà solo sul finale.
Madeleine Collins gioca con quest’aura di mistero, riuscendo a creare un’atmosfera di tensione che permette allo spettatore di entrare nel vivo delle vicende. Sebbene per buona parte della storia si arrivi a delle conclusioni fallaci. Per non svelare troppo e rovinare l’effetto, si consiglia di fare attenzione al suggestivo incipit.
La forza del progetto sta nella protagonista
La forza del progetto è tutta riposta nella sua protagonista, che muove, in un certo senso, i fili di tutti coloro le gravitano intorno. Senza cattiveria o doppi fini, ma seguendo solo il suo istinto, inevitabilmente intaccato da ciò che le è accaduto, la donna trascina i suoi cari in una situazione sempre più gravosa e difficile.
La narrazione cresce d’intensità man mano che i nodi salgono al pettine. Ma non è possibile dare un giudizio, prendere una posizione, perché quello che la vita riserva a ciascuno di noi a volte mette a dura prova e non sempre se ne esce intatti.
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Madeleine Collins spinge così a riflettere, a immaginare, a sentire. Sfiorando i canoni del thriller, affascina e cattura lo spettatore dal primo all’ultimo minuto. Forte anche di un cast eccezionale e di una colonna sonora emozionante, il film appartiene a quel nuovo cinema francese, capace di omaggiare i suoi capolavori e tentare strade differenti.