“In quel momento ho capito… Il successo, non la grandezza, era l’unico Dio che il mondo intero venerava.” Drew Baylor
Vengono in mente principalmente cinque cose quando si pensa al film del 2005 del regista Cameron Crowe “Elizabethtown”. La prima cosa forse è la strada che scorre, quindi il viaggio, quello che il disperato protagonista Drew (Orlando Bloom) fa verso suo padre, che lo aspetta in una bara di una cittadina del sud. La seconda è sicuramente Kirsten Dunst (Marie Antoinette, Spider man), gentile hostess che con apparente disinteresse dà al protagonista, forse uno dei personaggi più soli degli ultimi anni di cinema, le indicazioni per raggiungere la sua meta, e quelle accurate e dettagliate con tanto di colonna sonora per raggiungere lei.
La terza è l’alba. L’alba è il punto d’incontro tra i due protagonisti, che dopo aver parlato tutta la notte decidono di incontrarsi “a metà strada”, osservando il giorno che nasce davanti a loro…e facendo attenzione anche per la prima volta al sottile ma indissolubile legame che si è creato tra loro due, che fondamentalmente sono due persone molto differenti e senza molti appigli. La quarta è la morte, la morte non solo del padre di Drew, che avvicina per la prima volta il ragazzo a suo padre in modo forse un po’ deprimente, ma anche la morte che il personaggio principale medita per se stesso dopo aver fallito sul lavoro, che sembra essere inizialmente l’unica cosa che lo teneva in contatto con il resto del mondo. Poi c’è la famiglia.
Quel legame che non aveva con suo padre, quel viaggio insieme che non avevano mai fatto e che riescono a fare anche quando è troppo tardi. La storia della madre di Drew, Hollie (una memorabile Susan Sarandon), che ora è sola e triste e annega i suoi dispiaceri trovandosi ogni passatempo possibile, e la storia della famiglia d’origine, che sì se ne stava rintanata ad Elizabethtown, ma non aspettava che l’occasione per dare amore a Drew e al resto del suo piccolo nucleo familiare. Un piccolo gioiellino che ci culla con le sue bellissime ed appassionanti canzoni, ci commuove in questo giusto mix di sentimenti e ci fa sorridere, perché è questo il bello di Elizabethtown, fantastica sull’amore ma non perde il contatto con la realtà.