Hustlers – Le ragazze di Wall Street, gli affari sono affari

queens jennifer lopez

All’interno di uno strip-club newyorkese i movimenti sinuosi di bellissime ragazze fruttano i fiumi di soldi elargiti ogni sera dai facoltosi clienti del locale, perlopiù uomini d’affari della Grande Mela e operatori tanto sagaci quanto voraci di Wall Street. Businessman di successo attirati lì dalla voglia di svago e dall’attrattiva sessuale esercitata dalle splendide spogliarelliste, e suddivisi (dalle stesse hustlers) sommariamente in tre macro-categorie: quelli che guadagnano poco ma sono disposti a offrire tutto, quelli che stanno nel mezzo e possono dare abbastanza, e infine i super ricchi, quelli che “se la comandano”, non facili da circuire ma con infinite disponibilità di denaro.

Alcol, droghe e soldi scorrono quindi incessantemente fin quando la grande crisi finanziaria del 2007/2008 non metterà in ginocchio anche i cosiddetti lupi di wall street, e quattro ragazze, capitanate dalla prorompente Ramona (una notevolissima Jennifer Lopez) decideranno di escogitare altri modi (non proprio legali) di raggirare i clienti e intascare i soldi che ancora circolano. Ispirato a una storia vera, resa nota per la prima volta nel 2015 dalle pagine del New York Magazine in un articolo intitolato “The Hustlers at Scores” e scritto da Jessica Pressler, Hustlers (letteralmente, prostitute) racconta il mondo del business, e della grande crisi finanziaria americana attraverso gli occhi di chi sfruttava indirettamente l’indotto economico di quel mondo.

hustlers

Ragazze belle, fragili, in difficoltà o anche consapevoli della loro scelta, costrette a fare del proprio corpo un’arte di sostentamento, sono l’occhio femminile che osserva e racconta il crollo economico da un punto di vista originale e più periferico del solito. Finite in un circolo di raggiri più grande di loro, le protagoniste di Hustlers (Ramona, Destiny, Elizabeth e Justice) sono però d’altro canto anche figlie, madri, nipoti, compagne, a accarezzano quel mondo impietoso di “business is business” con il loro carisma tipicamente femminile, delicato, in netto contrasto con il ruolo di spogliarelliste che le vorrebbe solo donne d’assalto e “mangia uomini”. La regista americana Lorene Scafaria (Nick and Norah’s Infinite Playlist) intercetta proprio quest’angolazione “rosa” e sfrutta lo sguardo femminile (oltre al corpo) per raccontare una società irretita e piegata dall’immagine (la bellezza statuaria di J. Lo), portata avanti dai soldi (i lupi di Wall Street) e in qualche modo redenta da quel briciolo di morale ed etica che forse proprio nel cuore di una madre fatica a scomparire del tutto.

hustlers film

Perché se “la maternità è una malattia mentale”, è anche vero che essere donne in un mondo maschile costringe la donna a battersi ad armi pari, trovare un modo per competere con quell’approccio ben più disincantato di solito prerogativa del mondo maschile. Stilisticamente affascinante e funzionale nella rappresentazione di un mondo tutto night club, corpi, eccessi e denaro, Hustlers di Lorene Scafaria è un’opera che coniuga forma e contenuti, in grado di ammaliare e sedurre grazie anche al fascino dirompente di un super cast tutto al femminile, ma anche di lanciare una riflessione che supera le lingerie striminzite delle spogliarelliste protagoniste per arrivare a toccare l’anima di esistenze abituate a campare sfruttando il prossimo (uomini e donne in egual misura), all’interno di un sottile e perverso gioco d’affari che rappresenta infine la classica “legge della giungla”.

Review 0
3.8 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora

By Elena Pedoto

In me la passione per il cinema non è stata fulminea, ma è cresciuta nel tempo, diventando però da un certo punto in poi una compagna di viaggio a dir poco irrinunciabile. Harry ti presento Sally e Quattro matrimoni e un funerale sono da sempre i miei due capisaldi in fatto di cinema (lato commedia), anche se poi – crescendo e “maturando” – mi sono avvicinata sempre di più e con più convinzione al cinema d’autore cosiddetto di “nicchia”, tanto che oggi scalpito letteralmente nell’attesa di vedere ai Festival (toglietemi tutto ma non il mio Cannes) un nuovo film francese, russo, rumeno, iraniano, turco… Lo so, non sono proprio gusti adatti ad ogni palato, ma con il tempo (diciamo pure vecchiaia) si impara anche ad amare il fatto di poter essere una voce fuori dal coro...

Related Post