Di certo non sembra un film italiano pur essendo ambientato a Cagliari, ma un mix tra il realismo del cinema spagnolo e quelle atmosfere francesi alla Jeunet. Si sente però che a scriverlo e dirigerlo sono stati due cagliaritani per l’appunto, Marco Porru che ne ha scritto il soggetto e la sceneggiatura e Peter Marcias che lo ha diretto e che pur vivendo e lavorando a Roma da anni ha colto l’occasione per tornare nella sua città natale compiendo, in compagnia dello scenografo Osvaldo Desideri, un lungo “viaggio” nei vicoli della città riscoprendo le tante realtà del capoluogo sardo.

Il film racconta la storia di Alice (da adulta interpretata da Carla Buttarazzi), ragazza ormai ventiduenne che ricerca la verità sulla sua famiglia ed in particolare l’identità di suo padre e per potersi immergere nel suo passato decide di trasferirsi insieme a Giacomo, il suo fidanzato (Andrea De Santis), nella casa ereditata dalla nonna (una meravigliosa Piera Degli Esposti) nella quale ha trascorso i primi anni della sua vita. Inizia con un lungo flashback dettato dai ricordi della protagonista, che cala lo spettatore nei retroscena  della storia di Alice (da bambina interpretata dalla giovanissima Giulia Bellu) riportandola all’età dell’infanzia nella quale un giovane francese (Julien Alluguette), una ragazza madre all’apparenza dura ma in realtà molto fragile (interpretata da un’eclettica Caterina Gramaglia) e la nonna, la accompagneranno attraverso un mondo che non conosceva.

È una pellicola che abbraccia tante tematiche che si possono riassumere in una parola, amore, come spiega il regista. La disperata ricerca di amore da parte di tutti i protagonisti, e la forte incomunicabilità che li rende apparentemente distanti l’uno dall’altro. È interessante e per niente scontato l’utilizzo delle animazioni (realizzate dallo studio Shibuya) che accompagnano la narrazione in vari punti e si sente la forte influenza della formazione teatrale in tutti gli attori, dai protagonisti ai non protagonisti (ritroviamo anche Nino Frassica in un ruolo secondario) ed ognuno porta avanti il proprio personaggio con grande naturalezza dando al film una recitazione veramente magistrale e godibile. Siamo sempre felici nel vedere quando il buon cinema indipendente italiano riesce ad emergere (I Bambini della Sua Vita è l’unico film nostrano ad essere in concorso al 12° Festival Europeo) e quindi non possiamo far altro che consigliarne la visione e sperare che possa ottenere una visibilità ancora maggiore.