I Ragazzi Stanno Bene, la recensione | Un dramma familiare LGBTQ+ da non perdere

I ragazzi stanno bene recensione
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I ragazzi stanno bene recensione
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La recensione di I Ragazzi Stanno Bene, il film diretto da Lisa Cholodenko che, inaspettatamente, non ha ricevuto alcuna statuetta dorata durante la Notte degli Oscar.

Julianne Moore ed Annette Bening sono Jules e Nic, due donne di mezza età che si amano profondamente e insieme hanno creato una famiglia molto unita e basata su valori importanti. Hanno due figli, Laser e Joni, avuti grazie all’inseminazione artificiale da uno stesso donatore; sono felici e si sentono amati dalle loro due mamme, ma non possono fare finta di non sentire la mancanza di una figura paterna.

Così quando Joni compie i suoi 18 anni, il fratello le chiede di fare una telefonata alla banca del seme per scoprire l’identità del loro padre biologico e questa sua iniziativa rivoluziona completamente gli equilibri di quella famiglia moderna, eppure così tradizionale e unita da un amore sincero e reale. Jules e Nic vedono piombare nella loro vita Paul (Mark Ruffalo), un uomo pieno di sé e che vive alla giornata senza impegnarsi sentimentalmente. Porta avanti un’attività e quando Joni lo contatta, lui accetta di entrare nella loro vita, poiché inconsciamente sogna di avere una famiglia e quindi di trovare lo scopo della sua esistenza.

I ragazzi stanno bene: una famiglia allargata

Jules

è una donna sensibile, alternativa, che ha fatto tanti lavori e ancora non riesce a trovare se stessa; sente l’oppressione della compagna Nic, medico di successo che porta a casa i soldi e regge la famiglia sulle sue spalle.

L’arrivo di Paul sconvolge le sue convinzioni e il suo amore per Nic, facendola cadere nelle braccia dell’uomo inspiegabilmente, come reazione alla disattenzione di Nic nei suoi confronti e nei confronti di un amore che dura da ormai venti anni e forse comincia a sentire il peso dell’abitudine. Lisa Cholodenko è riuscita a portare sullo schermo una commedia completa, che fa ridere, riflettere ed emozionare in solo un’ora e mezza di proiezione.

I ragazzi stanno bene
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La storia di Jules e Nic fa capire l’importanza della famiglia con i suoi equilibri e squilibri, che sono gli stessi sia che si tratti di una famiglia etero che omosessuale. Un’ottima interpretazione da parte del cast e la sceneggiatura ricca e brillante, caratterizzata da dialoghi acuti e ben costruiti, permettono allo spettatore di seguire una storia intensa ma anche divertente, che affronta tematiche importanti senza falsi moralismi, e non mette per nulla l’accento sul luogo comune delle difficoltà di una famiglia omosessuale.

I ragazzi stanno bene: vortice di emozioni

Le difficoltà che questa famiglia incontra sono le difficoltà di qualsiasi altra famiglia eterosessuale e questa è la ricchezza del film. Il vortice di emozioni suscitato da un tradimento all’interno di un matrimonio è ben noto a tutti coloro che hanno vissuto tale esperienza, e l’interpretazione di Annette Bening nella scena della cena di gruppo dopo il ritrovamento dei capelli della compagna nella doccia e sul letto di Paul, credo sia una magistrale messa in scena di quel sentimento, così intenso e controverso che non lascia spazio ad altri pensieri.

Insomma, questo film è un vero e proprio gioiello del cinema degli ultimi anni, in cui tutti i particolari sono curati e hanno ragione di esistere e l’amore viene presentato come qualcosa di forte, che può ammalarsi e fare delle brusche sterzate, ma se è reale unisce di nuovo i due partner, pronti di nuovo a vivere la vita insieme fianco a fianco con nuova forza.

By Letizia Rogolino

Il cinema e la scrittura sono le compagne di viaggio di cui non posso fare a meno. Quando sono in sala, si spengono le luci e il proiettore inizia a girare, sono nella mia dimensione :)! Discepola dell' indimenticabile Nora Ephron, tra i miei registi preferiti posso menzionare Steven Spielberg, Tim Burton, Ferzan Ozpetek, Quentin Tarantino, Hitchcock e Robert Zemeckis. Oltre il cinema, l'altra mia droga? Le serie tv, lo ammetto!

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