A distanza di circa sette anni dalla loro precedente e apprezzata opera prima, Sicilian Ghost Story, con cui hanno vinto un David di Donatello e due Nastri d’argento, Fabio Grassadonia e Antonio Piazza tornano in cabina di regia e confezionano un altro bel lavoro. Iddu, selezionato per il concorso di uno dei festival più importanti del mondo, quale la Mostra del Cinema di Venezia, può contare su una serie di validi elementi che lo contraddistinguono.
A partire dai nomi del cast – Toni Servillo, Elio Germano, Antonia Truppo, Barbora Bobulova – che regalano ottime interpretazioni, sino ad arrivare alla colonna sonora, composta da quel Colapesce di cui abbiamo ascoltato grandi successi durante gli ultimi Sanremo. Le suggestioni sono quelle dei film anni Settanta, a metà strada tra l’inchiesta e il film di cronaca, condito di una sana e divertente dose di ironia.
La pellicola, liberamente ispirata al periodo della latitanza di Matteo Messina Denaro, con un’attenzione particolare agli scambi epistolari (editi nel libro Lettere a Svetonio a cura di Salvatore Mugno) tra il latitante e l’ex sindaco di Castelvetrano Antonino Vaccarino, ha la capacità di intrattenere con intelligenza e leggerezza.
Iddu | La trama film ispirato a Matteo Messina Denaro
Ex preside, sindaco e assessore, Catello (Servillo) ha finito di scontare la sua pena in carcere: sei anni durante i quali è stato lontano da casa e dalla famiglia, dovendo ripagare il debito nei confronti di una giustizia che punta ai capri espiatori piuttosto che ai reali colpevoli. Una volta fuori, Catello trova una situazione alquanto particolare. La moglie (Betty Pedrazzi) lo considera un inetto e aspetta solo il giorno in cui finirà di nuovo nei guai, la figlia (Daniela Marra) ha iniziato una relazione con il bidello della scuola dove lavorava il padre e aspetta un figlio dal giovane (interpretato da Giuseppe Tantillo, noto per la serie Mare fuori).
La libertà ha un sapore amaro per Catello, almeno sino a quando i Servizi Segreti non lo rintracciano e prelevano, offrendogli la “famosa offerta che è impossibile rifiutare”. Avendo ricoperto il ruolo di padrino di Matteo (Germano) ed essendo stato molto legato al genitore di quest’ultimo, da poco scomparso ma a capo di un importante giro malavitoso, Catello viene assunto come corrispondente per far sì che l’erede di tutta la baracca criminale esca allo scoperto.
La zona grigia dell’umanità
Se alla base del progetto ci sono episodi e figure reali della nostra attualità, è bene sottolineare come e quanto la parte romanzata gli dia lustro e ritmo. Lo scambio epistolare tra i due protagonisti permette di creare un legame con entrambi, di carpirne l’umanità, non del tutto bianca o nera, ma attraversata dalla famosa e complicata zona grigia. Nessuno ne esce pulito, ma sebbene non sia possibile trovare scusanti a determinate azioni e scelte, risulta evidente la considerazione di trovarsi dinanzi a esseri umani in qualche modo “condannati” e vittime del sistema.
In fondo, l’ambiente in cui si cresce, volenti o nolenti, determina la storia di un individuo, sia che questo segua le orme dei suoi precedessori, sia che le eviti. La società incasella poi a seconda di vari fattori, nel tentativo di stabilire leggi universali e giuste, che non sempre hanno il loro effetto. L’opera seconda di Grassadonia e Piazza sembra comunque voler raccontare una storia, portando a riflettere e a discutere su ciò che la lega alla realtà, senza giudizi o condizionamenti.
Iddu è una coproduzione Italia-Francia: Indigo Film con Rai Cinema per l’Italia e Les Films du Losange per la Francia, con il sostegno di CANAL +, con la partecipazione di CINÉ +, con il sostegno della Regione Lazio Fondo Regionale Cinema e Audiovisivo (Programma FESR Lazio 2021 – 2027).