Quarant’anni di carriera in oltre cento immagini in bianco e nero e a colori. Quando si dice Monica, si pensa subito alla Vitti, attrice che ha fatto la storia del cinema italiano, capace di interpretare ruoli brillanti accanto a colleghi illustri come Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, diventando l’unica protagonista femminile della commedia all’italiana, ma anche di divenire protagonista nella tetralogia della incomunicabilità del regista Michelangelo Antonioni. Il Festival Internazionale del Film di Roma, il Centro Sperimentale di Cinematografia e Cinecittà Luce hanno giustamente deciso di festeggiare gli ottant’anni di Monica Vitti, che raggiungerà il traguardo il 3 novembre, dedicandogli una mostra Monica e il cinema. L’avventura di una grande attrice, a cura di Anna De Marchi e Antonella Felicioni, nel Foyer della Sala Sinopoli all’Auditorium Parco della Musica, fino al 5 novembre. Autentici ritratti rivelano la grande carriera dell’attrice romana, a partire dai ruoli interpretati per Antonioni fino all’importante presenza sulla scena del cinema internazionale lavorando con Baratier, Losey e Bunuel.
Proprio il 3 novembre, inoltre, alle ore 18 verrà presentato presso lo Spazio Lancia il volume Dolce Vitti, curato da Stefano Stefanutto. Ad arricchire i festeggiamenti, inoltre, la sera stessa verranno proiettati Dramma della gelosia. Tutti i particolari in cronaca, girato da Ettore Scola nel 1970, in cui la Vitti era l’incantevole interprete di Adelaide, la fioraia del cimitero del Verano capace di far innamorare il muratore Oreste, lo straordinario Marcello Mastroianni, e Scandalo segreto, l’ultima opera di cui fu anche regista e sceneggiatrice nel 1990. Osservando i registi con cui Monica ha lavorato, dal già citato Antonioni, a Luciano Salce, a Mario Monicelli, che la diresse in La ragazza con la pistola, del 1968, interpretazione che gli valse il Premio David di Donatello nel 1969, il Nastro d’Argento, ed il premio come miglior attrice al Festival di San Sebastian, fino ad Alberto Sordi e Dino Risi, si ha l’idea di quanto la Vitti sia stata unica come attrice.
La voce roca, lo sguardo profondo, l’ironia ma anche l’intimità hanno reso questa donna un esempio di fascino senza tempo, senza spazio, senza ruolo. Una donna ed un’attrice in grado di rappresentare se stessa in altre, in altre donne a cui dava voce e corpo, facendo della sua passione un mestiere in grado di aprire nuovi scenari e nuovi spaccati nel cinema italiano. Una donna ed un’attrice capace di piangere, di soffrire, di disperare, di andare contro la volontà di una famiglia borghese che voleva per lei una vita “classica” e che lei seppe sfidare per inseguire il suo sogno di recitare.