Jonathan Ames è sicuramente più famoso per le produzioni televisive, è nata dalla sua mente “Bored to Death“, che lo hanno reso noto al pubblico spingendolo verso il grande schermo. Leggendo le prime pagine di The Extra Man si ha l’impressione di sfogliare la sceneggiatura di uno tra i più cinici film di Woody Allen, non gli mancano infatti la stessa ironia rassegnata e quell’ossessione per il sesso che caratterizzano il più celebre collega. Era inevitabile che un talento del genere prima o poi approdasse al cinema e per l’occasione è stata chiamata la coppia di registi Robert Pulcini e Shari Springer Berman(American Splendor, Il Diario di Una Tata) che hanno trasposto cinematograficamente uno dei suoi più celebri romanzi, The Extra Man per l’appunto, che in Italia, nelle sale dal prossimo 13 Maggio, uscirà col nome di Un Perfetto Gentiluomo.
Arriva nei nostri cinema con un anno di ritardo rispetto alla presentazione al Sundance Film Festival del 2010, nel quale aveva riscosso un successo di critica notevole, pur mantenendo relativamente poco del testo originale. Un riscontro di questo genere è facilmente comprensibile in effetti, il tema affrontato quello dell’amicizia, è uno tra i più sviscerati ad Hollywood ma è proprio il modo in cui viene proposto a rendere il film accattivante per tutti i suoi 105′ minuti di durata. La storia si dipana attorno all’atipico rapporto tra Louis Ives (Paul Dano, formidabile nella parte e già noto per Little Miss Sunshine ed Il Petroliere) giovane professore di belle speranze, orfano di entrambi i genitori ed Henry Harrison (il premio Oscar, Kevin Kline).
Louis dopo esser stato licenziato dal college nel quale insegnava, per via dei tagli all’istruzione (problema comune non solo all’Italia) decide di mettere in pratica il sogno di una vita e cogliendo l’occasione lascia tutto per raggiungere Manhattan, una New York della quale il film riesce a darci un’immagine diversa, meno patinata rispetto al solito. Alla ricerca di un affitto economico Louis incontraHenry e ben presto capirà la maniera in cui questo signore per bene, commediografo di dubbia fama, sbarca il lunario facendo l’accompagnatore di ricche vedove newyorkesi interpretando appunto, la parte del perfetto gentiluomo. I due stringeranno un legame inaspettato, raggiungendo uno strambo equilibrio che li porterà ad avere un’amicizia sincera nata tra due persone all’inizio completamente agli antipodi. Trovare i due attori protagonisti richiedeva una cura particolare e non a caso sono stati scelti due ex attori di teatro, affiancati dagli attori presenti in ruoli secondari come Katie Holmes e l’irresistibile John C. Reilly.
Per Kevin Kline certo il discorso è stato differente, lui era già nella parte, “si presentava alle riunioni vestito come Henry Harrison, sembrava avere la stessa disinvoltura nel trattare i temi del teatro e della società e nel corso delle riprese è diventato esperto delle cose di cui Henry è esperto” come raccontano i registi, lui era già un Perfetto Gentiluomo. Il pubblico è abituato a vedere personaggi singolari ed eccentrici nei film indipendenti ma in questo caso è diverso, hanno ciascuno una vita emotiva estremamente profonda, c’è sempre qualcosa di divertente in loro ma hanno anche una profonda vena di malinconia. Ecco dove risiede il perfetto equilibrio del film, nel suscitare la risata senza mai scadere nel banale, lasciando spazio invece a ben altre riflessioni.