Il Piccolo Principe, l’importanza di restare bambini

Nell’infanzia o in età adulta è difficile non essersi mai imbattuti nelle pagine de Il Piccolo Principe. All’interno della sezione Alice nella Città della Festa del Cinema di Roma è stato presentato il film d’animazione diretto da Mark Osborne, ispirato all’omonimo fenomeno letterario di Antoine de Saint-Exupery che arriverà nelle sale italiane il prossimo 1° Gennaio 2016.

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Una bambina si trasferisce con la madre in un nuovo quartiere ordinato e asettico di casette a schiera dove predomina il grigio, se non fosse per la bizzarra casa del vicino che sembra uscita da un libro di fiabe e spezza la monotonia. Vi abita un vecchio ed eccentrico aviatore che irrompe nella quotidianità organizzata della piccola protagonista, introducendola alla storia del piccolo principe e al mondo della fantasia. Attraverso le pagine del suo diario tra disegni e riflessioni, la bambina scopre come molto tempo prima l’aviatore fosse precipitato in un deserto e avesse incontrato il Piccolo Principe, un enigmatico bambino giunto da un altro pianeta. Si appassiona alla storia mentre il legame tra lei e l’aviatore diventa sempre più forte e la spinge ad abbandonare quella vita fredda e pianificata nei minimi dettagli come voleva la madre. Affronteranno insieme una straordinaria avventura, alla fine della quale la bambina imparerà ad usare la sua immaginazione e a ritrovare la sua infanzia.

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Dopo aver diretto il successo di Kung Fu Panda, Osborne ha accettato la sfida di adattare per il grande schermo un libro poetico e surreale che non era stato pensato originariamente per tale scopo. Tuttavia l’idea di racchiudere la classica avventura del piccolo principe all’interno di un’estensione narrativa inedita ha permesso la realizzazione di un film moderno e convincente che emoziona grandi e piccoli. La realtà incontra la fantasia grazie alla fusione di due diverse tecniche di animazione che funzionano perfettamente insieme e costruiscono qualcosa di nuovo. Infatti mentre il viaggio del piccolo principe proveniente dal pianeta B612 prende vita con la tecnica della stop motion e figure delicate e suggestive che sembrano di carta, il mondo della bambina e l’aviatore riflette il classico stile Pixar. Rispetto ai prodotti americani però, Il Piccolo Principe è immerso in una poetica più europea, con una sceneggiatura che lascia più spazio al cuore piuttosto che all’umorismo o alla spettacolarità dell’azione. Il rapporto tra i due protagonisti di diversa generazione tocca temi molto importanti come la necessità di restare bambini anche in età adulta per vivere meglio, dare il giusto spazio all’amicizia, e seguire alcune leggi fondamentali per mantenere un’etica e una morale degne di una brava persona. Ogni lettore si è relazionato a modo suo con la storia de Il Piccolo Principe ed è rimasto colpito da una parte piuttosto che un’altra, e Osborne è riuscito a regalare al pubblico un’esperienza di esplorazione emotiva libera e incondizionata, con una rappresentazione onirica che ricorda molto i film di Miyazaki con l’aggiunta di uno stile personale efficace. Gli adulti si commuoveranno, mentre i piccoli rimarranno a bocca aperta per i simpatici personaggi e i vari pianeti colorati ed enigmatici che nascondono mille significati, ma sicuramente Il Piccolo Principe è un film da vedere e da vivere dalla prima all’ultima scena, facendo particolare attenzione “all’essenziale, che è invisibile agli occhi”.

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