Contrariamente al nostro Paese i figli delle grandi star hanno sempre molta difficoltà negli States a ricevere la fiducia degli addetti ai lavori. Non è questo il caso di Michael B Jordan, secondogenito di Michael Jordan che da qualche tempo si è imposto non solo alle attenzioni degli studios hollywoodiani ma perfino dei produttori indipendenti. Il grande pubblico lo ha infatti principalmente conosciuto per il suo ruolo in Chronicle e, soprattutto, per quello in Prossima stazione Fruitvale Station in cui interpreta Oscar Grant, ventiduenne afroamericano ucciso a sangue freddo da un poliziotto nel 2009. Mentre le riviste di moda lo corteggiano per ottenere un suo servizio fotografico esclusivo, il bel ventottenne (fisico muscoloso e sorriso abbagliante) è impegnato sul set di Creed, lo spin-off di Rocky in cui lo vedremo recitare al fianco del leggendario Sylvester Stallone. Intanto dal 10 settembre vi aspetta nelle sale italiane con I Fantastici 4, che lo vede protagonista insieme a Kate Mara, Miles Teller e Jamie Bell. Ecco cosa ci ha raccontato in occasione di un affollatissimo incontro con i fan a New York. Che cosa rende questa versione dei Fantastici 4 diversa dall’originale? Credo che il film sia contraddistinto dal punto di vista di quattro teenager piuttosto che di quattro adulti. Ho trovato molto entusiasmante l’idea di questo piccolo gruppo di giovani pronti a salvare il mondo. Poi credo che tutti i ragazzi possano identificarsi con i loro problemi e sentirsi spronati a lottare per venirne a capo. Il film è sostanzialmente un racconto di formazione che segue i quattro protagonisti, il loro viaggio e la loro crescita fino alla trasformazione nei Fantastici 4.
Quali sono invece le somiglianze?
Miravamo a realizzare un film volto a conquistare il pubblico più giovane senza distaccarci troppo dall’idea dell’originale. L’obiettivo era non tradire le aspettative del pubblico che è cresciuto con questi personaggi.
Senza rivelare alcun spoiler, qual è stata la scena più difficile da girare per te?
E’ stato tutto sommato un film abbastanza impegnativo dal punto di vista fisico. Per me la cosa più difficile è sempre quella di fidarmi del regista e dello sceneggiatore durante le riprese senza avere ancora una chiara percezione del mondo che stiamo creando insieme.
Hai appena 28 anni. A cosa devi il tuo successo?
Io credo sinceramente di dovere tutto ai miei genitori. Mia madre e mio madre mi hanno sempre imposto un modello di vita basato sul lavoro e sul sacrificio, come base per raggiungere i miei obiettivi. Inoltre crescere in una comunità multietnica come quella del New Jersey è stato veramente molto arricchente da un punto di vista culturale.
Che cosa consiglieresti ad un giovane spettatore dei Fantastici 4 ansioso di realizzare i propri sogni?
Bisogna essere bravi a mantenere alta la concentrazioni sui propri obiettivi. Poi, so che può sembrare banale, ma ai più giovani suggerisco di fare esattamente ciò che i loro genitori gli ripetono fino all’esaurimento: andate a scuola, studiate, impegnatevi e ascoltate i consigli delle persone con più esperienza.
L’America è purtroppo ancora alle prese con problemi legati alla razza e al colore della pelle. Gli
attori afro-americani protagonisti in grandi produzioni hollywoodiani sono ancora pochissimi. Come
ti senti ad essere uno di questi?
Ovviamente avverto una grandissima responsabilità ma mi sento onorato di poter rappresentare una minoranza di giovani che ogni giorno lottano per vedere riconosciuti i propri diritti.
Com’è andata sul set di Creed?
Mi sono dovuto preparare per Creed e I Fantastici 4 più o meno nello stesso momento e, dovendo interpretare un pugile, ho dovuto affrontare delle sessioni di allenamento molto dure per avere il fisico adatto.
Com’è stato lavorare con una leggenda come Sylvester Stallone?
E’ stato incredibile. Ero sicuramente ansioso prima di cominciare le riprese perché l’idea di lavorare con un attore che ha alle spalle quarant’anni di carriera mi intimidiva. Sul set invece abbiamo subito rotto il ghiaccio e lui si è dimostrato molto più collaborativo di quanto avessi mai potuto immaginare. Ero anche preoccupato di subentrare ad un personaggio così amato come Rocky, ma credo che il regista sia stato molto bravo a rendere la mia transizione più facile e indolore.