Jake Gyllenhaal e i ricordi sulla lavorazione di Donnie Darko

Jake Gyllenhaal è stato uno degli ultimi ospiti del podcast Team Deakins, condotto da Roger Deakins – di cui è molto amico – e dalla moglie James Ellis, e proprio in tale occasione ha svelato qualche ricordo circa la lavorazione di Donnie Darko.

Jake Gyllenhaal si svela al Team Deakins

L’attore si è infatti soffermato nel raccontare alcuni aneddoti riguardanti i progetti a cui ha preso parte, tra cui anche una misteriosa collaborazione niente meno che con Denis Villeneuve (regista di opere quali Blade Runner 2049, Arrival e l’attesissimo Dune).

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Sostenuto anche dal rapporto che ha con Deakins, Gyllenhaal si è sentito libero di ripercorrere alcune della tappe fondamentali della sua carriera, che lo hanno condotto a diventare una delle star di Hollywood. Per esempio Cielo d’ottobre viene indicato come uno dei suoi momenti cardine, dal momento che si è trattato di un film lontano dai classici stereotipi e ancora oggi analizzato e considerato per la qualità della fattura e i temi trattati.

All’epoca Jake prediligeva la parte della scrittura alla recitazione in sè e per sè, volendo seguire le orme materne – ricordiamo che la sorella di Jake è Maggie Gyllenhaal, altra presenza nota nel mondo del cinema, mentre il padre Stephen è un regista affermato e la madre Naomi Foner una sceneggiatrice di successo.

Donnie Darko | La svolta e l’ingresso nel firmamento hollywoodiano

Lo stare sul set sembra gli mettesse addosso una pressione difficile da gestire, in parte risolta solo di recente con un cambio di agente, poco prima dell’inizio delle riprese di Prisoners. All’epoca di Donnie Darko infatti venne lanciato nell’Olimpo di Hollywood senza essere realmente preparato. La pellicola, inizialmente bistrattata, divenne presto un cult.

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Jake Gyllenhaal in Donnie Darko

“In quel tempo ero decisamente smarrito. E come succede spesso tante grandi cose bussano alla tua porta in un modo che sembra tanto destino. C’era un altro attore che doveva interpretare la parte di Donnie fino a due mesi prima dell’avvio delle riprese. Io sono entrato nel cast solo due mesi prima dell’inizio. Mi ricordo di avere letto la sceneggiatura mentre soffrivo per i miei problemi, per la mia ansia e la mia tristezza. Avevo fatto due anni di college e non sentivo che quello era il posto per me.”

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“Ero tornato a Los Angeles, dove ero cresciuto, i miei si erano trsferiti dopo la mia partenza. Avevano preso una casa più piccola a Hollywood. Anche mia sorella era tornata a casa e non c’era abbastanza posto […] Ricordo di avere letto la sceneggiatura e di aver pensato “io mi sento proprio così!”. Non mi sentivo schizofrenico, ma completamente perso nella mia vita cercando di capire come essere un adulto”.

Donnie Darko si è così rivelato una fortuna per Gyllenhaal, che ha trovato un modo di esprimersi e delle persone che lo hanno saputo indirizzare, ascoltare, supportare. Tra il senso di libertà e quello di intimità provati sul set è riuscito a dare sfogo ai suoi demoni personali e a rintracciare la sua strada da seguire.