John Wick, la recensione dell’action movie con Keanu Reeves

Possiamo fare un sospiro di sollievo vedendo Keanu Reeves nel nuovo film  John Wick, un thriller d’azione diretto da Chad Stahelski e David Leitch, al cinema dal 22 Gennaio per l’M2 Pictures. Infatti, se qualche mese fa lo avevamo visto sovrappeso e trascurato in alcune foto a Cannes, l’attore sembra essere tornato di nuovo in forma nei panni di un coraggioso e vendicativo killer sullo sfondo di una New York moderna e iperealistica.

Dopo la scomparsa prematura della moglie, John riceve in regalo un cucciolo di beagle accompagnato da un biglietto che lo esorta a prendersi cura di lui, per continuare ad amare. Una sorta di terapia per tenerlo lontano dal mondo oscuro e violento che faceva parte di lui prima che l’amore entrasse nella sua vita. Quando Iosef, figlio di un boss della mafia russa della zona, irrompe in casa dell’ex killer professionista e gli uccide il piccolo cane, il passato torna bruscamente protagonista e John Wick è pronto a vendicarsi in ogni modo, e non troverà pace fino a quando non avrà compiuto la sua missione.

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Al mio segnale scatenate l’Inferno” recitava una famosa battuta di un vecchio film. E così l’errore di un giovane criminale viziato e irresponsabile innesca una follia omicida, una giostra di sparatorie e scontri corpo a corpo, che confezionano un film d’azione sullo stile del franchise Die Hard o degli ultimi cosiddetti “film alla Liam Neeson“. John Wick, infatti, è un uomo ferito e triste, che non ha più niente da perdere, ed è accecato dalla sete di vendetta. Si schiera contro tutto e tutti, armato fino ai denti e subisce una graduale trasformazione in una macchina da guerra, che non si fermerà fino a quando i responsabili del suo dolore non saranno puniti. Inutile cercare di giudicare John Wick come un film di chissà quale spessore o significato. E’ pura fonte di adrenalina e intrattenimento, come altri film del genere, in cui la sceneggiatura comprende più pagine di “bang, bang” che dialoghi e riflessioni.

John Wick non è l’Uomo Nero, ma è quello che mandi ad uccidere l’Uomo Nero” afferma in una delle prime scene il boss russo Viggo Tarasov, interpretato da Michael Nyqvist, per introdurre questo protagonista temibile e distruttivo. Il ritmo del film è dinamico e coinvolge lo spettatore come in uno spassoso videogame, inutile cercare qualcosa di più. Viviamo le scene e le situazioni al limite, insieme ad un Keanu Reeves elegante ed affascinante, che ricorda qualcosa del Neo di Matrix e di quelle arti marziali delle quali è appassionato, che segneranno il suo debutto alla regia prossimamente con Man of Tai Chi (qui il trailer).

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