Cannes 70: Jupiter’s Moon, la parabola di un angelo clandestino

Tra i film in concorso a Cannes è normale per la stampa dare più spazio ai titoli che interessano un regista riconosciuto a livello internazionale e un cast di nomi noti, con una serie di successi alle spalle. Ma il bello dei festival è anche scoprire qualcosa di nuovo, di originale, che non rispecchia necessariamente i canoni del cinema più familiare.

Scena dal film Jupiter’s Moon

Un’avventura surreale e intima

Incuriositi dalla locandina ufficiale esposta sull’intera parete di un albergo davanti al Palais des Festivals siamo andati a vedere Jupiter’s Moon, il film ungherese diretto da Kornél Mundruczó, in gara per la Palma d’Oro 2017. Majd Asmi interpreta un giovane immigrato clandestino che viene ferito gravemente durante la fuga dal suo paese insieme alla sua famiglia. Un poliziotto lo colpisce con tre proiettili, ma egli miracolosamente comincia a levitare e si rimette in piedi, iniziando la sua avventura surreale e movimentata in Ungheria.

Il dottor Stern si impegna a proteggerlo dalle autorità, stringendo con lui un legame di complicità e affetto. La sua nuova e straordinaria abilità permette al giovane protagonista di alzarsi in volo quando la situazione lo richiede. Non come potrebbe fare Superman o un altro canonico supereroe, bensì come una sorta di angelo appartenente ad un mondo sconosciuto con le fragilità e le paure di un essere umano.

Jupiter’s Moon

Un angelo moderno da proteggere

Jupiter’s Moon infatti denuncia, fin dalle prime scene, un sentimento religioso discreto e non ostentato, sottolineato dal regista in una serie di oggetti posti nelle inquadrature come manifesto di un simbolismo che invita a farsi un’idea del messaggio del film. Le scene in cui Aryan si allontana dalla terra per esplorare il cielo, mentre il mondo intorno a lui comincia a ruotare e sfidare le leggi di gravità, lasciano indubbiamente senza parole, sia per la resa tecnica degli effetti speciali utilizzati, sia per l’estetica e la fotografia molto attente ai dettagli.

Mundruczó riesce a proporre sullo schermo una dimensione paranormale romantica e intima, intrisa di un misticismo che fa riflettere sulla condizione umana e sul comportamento sospettoso e ricattatorio di fronte ad un evento apparentemente incomprensibile. La sceneggiatura non riesce ad evitare alcuni punti deboli, ma nel complesso Jupiter’s Moon è un film originale e ambizioso, che trasporta lo spettatore in una storia intrigante e diversa all’interno del panorama cinematografico attuale. Una piccola grande sorpresa del cinema ungherese che ha bisogno di qualche aggiustamento qua e là, ma può contare su una regia coraggiosa che si diverte a muovere la camera in ogni direzione per una messa in scena vorticosa e coinvolgente.