Jurassic World, la recensione del reboot con Chris Pratt

Il prossimo 11 giugno l’Universal Pictures distribuirà in tutti i cinema italiani il film più atteso dell’anno: Jurassic World. Scritto da Colin Trevorrow e Derek Connolly, diretto da Colin Trevorrow ed interpretato da Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Omar Sy, Vincent D’Onofrio, Jake Johnson e Judy Greer Jurassic World ci riporta ad Isla Nublar a distanza di ventidue anni dallo storico progetto iniziale di John Hammond. Un progetto divenuto realtà grazie a Claire (Bryce Dallas Howard), la nuova direttrice del parco, che è riuscita con il suo team di esperti a fare dei dinosauri l’attrazione principale dell’incredibile Jurassic World. Ma il desiderio del dottor Henry Wu (BD Wong) di aumentare la spettacolarità e ferocia dei dinosauri per attirare più pubblico ha portato alla creazione dell’Indominus Rex, un feroce dinosauro incrociato con il T-Rex che scampa al controllo di Claire seminando morte e distruzione ovunque. Sarà compito di Claire e dell’esperto del settore Owen (Chris Pratt) catturare il dinosauro ed impedire il disastro avvenuto ad Isla Nublar ventidue anni prima…

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Il parco è aperto. Così cita la tagline di Jurassic World, quarto capitolo della saga che riporta lo spettatore ad Isla Nublar a distanza di 22 anni dal primo indimenticabile Jurassic Park diretto da Steven Spielberg. Un parco che somiglia tanto ad un Disneyland Paris popolato da dinosauri, divenuti semplici animali da zoo piuttosto che le misteriose creature capaci di far sospirare e tremare le mani degli storici protagonisti Alan Grant ed Ellie Sattler. Protagonisti sostituiti dal nuovo bello di Hollywood Chris Pratt, sempre più lanciato dopo il successo de I guardiani della galassia e qui nelle vesti di un moderno Indiana Jones e dalla graziosa Bryce Dallas Howard, ripescata dopo svariati anni passati nell’anonimato in seguito al successo della ancor più brava Jessica Chastain. Ma se sostituire Sam Neill e Laura Dern era una missione difficile, quella di riportare al successo una saga cult degli anni ’90 mantenendone intatto lo spirito e l’entusiasmo era una vera missione impossibile. Eppure Trevorrow, regista quasi esordiente chiamato a sostituire nomi del calibro di Steven Spielberg e Joe Johnston, è riuscito nella difficile impresa di riavviare la saga senza far storcere il naso agli amanti della prima storica trilogia.

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Ritornano infatti l’azione, l’ironia e gli incredibili effetti speciali uniti a quell’entusiasmo tipicamente spielberghiano che ci fa tornare ancora una volta bambini di fronte alle meraviglie mostrate sul grande schermo. Stupire lo spettatore dopo due decenni di film come Godzilla, Cloverfield, Monsters e chi più ne ha più ne metta era veramente arduo e Trevorrow ha il merito di aver fatto il possibile per confezionare nel migliore dei modi un sequel/reboot che si colloca, qualitativamente parlando, subito dopo il primo capitolo ma prima dei deludenti sequel Il mondo perduto e Jurassic Park 3. Ragion per cui, tirando le somme, Jurassic World non delude le aspettative regalando 130 minuti di puro intrattenimento, grande ottimismo e spensierato divertimento.

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