Una nave da chissà quante tonnellate, un incontro fortuito, due giovani cuori: è così che unodei volti cinematografici più noti viene ricordato nella memoria di ognuno. Kate Winslet, una donna fiera e volitiva la cui presenza permette di associare immediatamente la pellicola in cui compare ad un prodotto di estrema qualità. Un nome una garanzia, come accade spesso, ma la Winslet possiede quel fascino millenario che ha stregato chiunque sin dal 1997, quando il Titanic si abissa sui grandi schermi del mondo interno e non soltanto al largo dell’Atlantico del nord. Nata nel Berkshire britannico in una famiglia di attori teatrali, sin dall’infanzia è intrisa di cultura artistica che la condurrà al generoso exploit della sua carriera. Nel 1994, il giovane Peter Jackson sceglie di puntare su una Kate diciassettenne per il suo film Creature del cielo: è il suo grande debutto al fianco di Melanie Lynskey, e da quel momento la strada è tutta in discesa, o quasi. Un anno più tardi, Ang Lee la seleziona per il ruolo di Marianne Dashwood nel film Ragione e Sentimento, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo della Austen, in cui recita insieme a future stelle quali Emma Thompson, Alan Rickman e Hugh Grant.
E’ soltanto questione di tempo affinché le emblematiche vesti di Rose De Witt Bukater, o meglio Dawson, le calzino a pennello: chi non ricorda quell’allegra e sensuale ragazza dai capelli fiammeggianti, che danza nella stiva del transatlantico più celebre al mondo in compagnia di un aitante e biondissimo DiCaprio? Si tratta della seconda candidatura agli Academy Awards, che non riuscirà ad accaparrarsi almeno fino al 2009, vincendo l’Oscar come Miglior attrice per aver interpretato Hanna Schmitz in The Reader – A voce alta, adattamento dell’omonimo romanzo di Bernhard Schlink che tratta un tema difficile qual è quello dell’Olocausto. A cavallo del nuovo millennio, la Winslet colleziona un ruolo dietro l’altro in pellicole che hanno la loro discreta fortuna, tra cui le più note sono certamente Iris di Richard Eyre, Se mi lasci ti cancello scritto da Charlie Kaufman e diretto dall’esuberante Michael Gondry, in cui lavora l’attrice al fianco di un Jim Carey più mesto del solito, Neverland – Un sogno per la vita di Marc Forster, lungometraggio biografico tra realtà e magia, Little Children diretto da Todd Field e la rom-com L’amore non va in vacanza di Nancy Meyers. Gli anni 2008-2011 sono decisivi per definire al meglio il percorso artistico della Winslet: tre sono le pellicole che hanno contribuito a delineare la figura di una donna brillante, che non ha nulla da invidiare alle sue colleghe. Revolutionary Road di Sam Mendes (per il quale è stata candidata a infiniti premi britannici e americani, conquistandosi il Golden Globe come Miglior attrice in un film drammatico) la vede co-protagonista al fianco di Leonardo DiCaprio, con il quale torna a recitare a ben undici anni di distanza dal successo planetario di Titanic.
Nel thriller fantascientifico Contagion di Steven Soderbergh e nell’interessante drama comedy Carnage di Roman Polański si distingue per le donne forti e aggressive che interpreta con grande maestria, risultando un’attrice profondamente versatile, ormai ben lontana dai più delicati esordi. E la passione per il mondo fantasy le è rimasta: l’abbiamo vista indossare il tailleur blu elettrico della fazione degli Eruditi in Divergent e nel suo sequel Insurgent in maniera impeccabile. In questi giorni è al cinema con Le regole del caos nelle insolite vesti di Sabine De Barra, talentuosa paesaggista alla corte del re Sole (interpretato da Alan Rickman, che è anche il regista del lungometraggio) con l’incarico di realizzare uno dei giardini principali del nuovo Palazzo di Versailles. Non si ferma mai la sempreverde Kate, riconfermandosi ogni anno che passa una delle personalità cardine del cinema. I piani per il futuro? Un ruolo principale nel film dedicato alla vista di Steve Jobs, co-fondatore dell’azienda tecnologica Apple, in uscita il prossimo ottobre. Un’attesa, dunque, che varrà la pena di affrontare.