Dopo The Lobster e Il Sacrificio del Cervo Sacro il regista greco Yorgos Lanthimos ha presentato in anteprima a Venezia 75 il dramma in costume La Favorita, un genere inedito per la sua filmografia.
Nei primi anni del ‘700 la Regina Anna (Olivia Colman) è la sovrana della Gran Bretagna, mentre il paese è in guerra con la Francia. Lady Marlborough, interpretata da un’affascinante Rachel Weisz, è la sua dama di compagnia ed esercita un certo potere quando la sua padrona è indisposta per problemi di salute o in preda a una imprevedibile fragilità emotiva. L’arrivo della cugina Abigail, interpretata da Emma Stone, mette in discussione il ruolo di Lady Marlborough a corte, dando il via a una lotta tutta al femminile per diventare la favorita della Regina che, come ha sottolineato Olivia Colman in conferenza stampa a Venezia “è una sorta di bambina viziata, non ha fiducia in se stessa e non sa se è genuinamente amata da qualcuno“.
La Favorita: un catfight in costume con un cast indovinato
Lanthimos racconta una storia suddivisa in 8 capitoli, costruita intorno a tre donne molto diverse tra loro ma ugualmente capaci di catturare l’attenzione dello spettatore. Olivia Colman regala un’interpretazione misurata e carismatica che potrebbe portarla agli Oscar. La Regina Anna appare come una figura debole, nevrotica e tormentata, imprigionata da un passato doloroso e dalla solitudine. Il suo rapporto con Sarah è quasi morboso e tratteggia gradualmente i numerosi aspetti della sua personalità.
Emma Stone è in parte nei panni di Abigail, una giovane donna che ha bisogno di un lavoro e desidera la stabilità a qualunque costo, nascondendosi dietro un’apparente virtù. L’evoluzione di questo personaggio tra bene e male porta a un gioco di ruoli tra lei e Rachel Weisz, fino ad un vero e proprio catfight in costume che Lanthimos porta sullo schermo in modo elegante, ironico ed esteticamente accattivante.
La Favorita: La femminilità secondo Yorgos Lanthimos
Ogni inquadratura sembra catturare l’arte classica in una chiave contemporanea, e il regista utilizza molto il grandangolo, aggiungendo una deformità che, pur non appartenendo al periodo storico narrato, si conferma in linea con l’identità generale del film. La Favorita è un dramma storico contaminato da un immaginario favolistico classico e un’ironia graffiante, protagonista di dialoghi geniali tra i personaggi che donano ritmo al film.
Come ha già dimostrato nei suoi film precedenti, Lanthimos non è un regista che ama i limiti e la censura, ma procede a briglia sciolta lasciando i personaggi liberi di esprimersi in modo esplicito e verosimile. In questo film esplora una femminilità perversa e determinata con sarcasmo, perversione, follia e cinismo. Il risultato è un film divertente, oscuro, a tratti grottesco, ma senza dubbio da vedere.