Dimenticate la Emily Blunt tosta e determinata di Edge of Tomorrow e Sicario, perchè nel nuovo film La Ragazza del Treno di Tate Taylor, l’attrice interpreta Rachel, una donna sola e fragile che, dopo un difficile divorzio, precipita nell’abisso.
Schiava della bottiglia fin dalle prime ore della mattina, la donna sale ogni giorno su un treno diretto a New York, pur non avendo più un ufficio dove andare, dopo essere stata licenziata. Le piace osservare il mondo e le persone che lo abitano dal finestrino, ma la situazione precipita quando, oltre a seguire la nuova vita dell’ex marito con la moglie Anna e la figlia piccola, Rachel comincia ad interessarsi morbosamente ad una giovane coppia che vive in una villa vicina. Il film vira bruscamente dal dramma personale al thriller quando una mattina come tante altre, Rachel assiste ad una scena particolare dal finestrino del treno e si trova coinvolta nella scomparsa misteriosa di una donna.
Il film non è all’altezza del libro
Tratto dall’omonimo bestseller di Paula Hawkins adattato per il grande schermo da Erin Cressida Wilson, il film è un thriller noir che fa pensare all’atmosfera di Gone Girl – L’Amore Bugiardo di David Fincher, pur non raggiungendo assolutamente quei livelli di regia e sceneggiatura. La storia viene narrata dal punto di vista femminile e suddivisa in tre capitoli che ci presentano le tre donne protagoniste, anche se il ruolo centrale resta quello di Rachel. Haley Bennett e Rebecca Ferguson si perdono completamente all’ombra dell’interpretazione di Emily Blunt, che conferma nuovamente il suo talento nei panni di questa donna che non ha niente da perdere ed è vittima di una solitudine claustrofobica. Incapace di staccarsi dal suo passato, la donna trova conforto solo in un voyeurismo pericoloso che la spinge ad una curiosa ricerca emotiva e personale che non promette niente di buono.
Un cast fantasma
Taylor, regista dell’applaudito The Help, riesce a creare un’atmosfera intrigante ed uggiosa del più tradizionale noir giallo sullo sfondo di ville a schiera immerse nei boschi del Nord degli Stati Uniti come in un quadro di Edward Hopper, ma il cast debole e i personaggi scritti in modo superficiale non aiutano a coinvolgere lo spettatore che viene sorpreso dalla noia già dopo mezz’ora. Justin Theroux, Luke Evans ed Edgar Ramirez costituiscono la parte maschile del cast che si rivela l’errore più grande del film, con un’espressività latitante che rende ancora più piatta la narrazione. La Ragazza del Treno si può considerare quindi uno di quei classici esempi in cui il libro funziona meglio del film, e le scelte stilistiche non sono delle migliori.
Tuttavia l’intuizione dello script è originale e la storia viene raccontata seguendo un registro assolutamente verosimile, ma il ritmo si perde in una serie di punti deboli che alla fine incidono inevitabilmente sull’empatia e l’effetto sorpresa. La tensione e la voglia di scoprire l’identità del vero colpevole cessa di esistere troppo presto, e si perde interesse di arrivare fino alla fine.
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