In assoluta coerenza con la sua tendenza a tessere epiteti al limite di ogni immaginazione, Liam Gallagher – ex frontman degli Oasis ed ora leader dei Beady Eye, con i quali ha pubblicato Different gear, still speeding ed è al lavoro per un nuovo album – si è aggiunto alla lunga lista di suoi colleghi che hanno espresso commenti disprezzanti nei confronti dei Mumford & Sons. La band, portabandiera della nuova onda acustica e neo-folk internazionale, ha goduto del plauso di gran parte dell’establishment musicale – al punto da essere riusciti a condividere il palco dei Grammy con Bob Dylan -, ma anche ricevuto diverse critiche non proprio edificanti. Un esempio? Mark E. Smith dei Fall ha recentemente dichiarato di aver tirato loro una bottiglia, avendoli scambiati per “un mucchio di folk singer irlandesi rincoglioniti”. Ma è, per l’appunto, Liam Gallagher a rincarare la dose durante un’intervista concessa al mensile Q: “Sembra che abbiano tutti i pidocchi, il tipo di gente che mangia zuppa di lenticchie con le maniche della camicia arrotolate e che vive nella brughiera. Forse è lì che registrano i loro dischi”. E come se non bastasse, in un crescendo di irriverenza, ha aggiunto: “Ricordano tutti Don McLean. Troppe chitarre acustiche e niente stile. Il tipo di persone che fanno la spesa nei negozi di Oxfam (l’organizzazione non governativa che combatte la povertà e vende abiti e altri oggetti riciclati). Se fossi un ragazzino di sedici anni, non appenderei in camera il loro poster né quello delle altre band che ci sono in giro oggi”.
C’è però ormai poco da stupirsi nel leggere similari iraconde irrisioni, più che mai pullulanti nel mondo delle star che si contendono le alte posizioni delle chart mondiali. Un parossismo machista al limite del grottesco ed agli antipodi dell’essenza artistica, al quale i fratellini Gallagher sono ormai soliti. Sarà stato, infatti, il milione di copie venduto dai Mumford & Sons con Sigh No More ad innescare l’irrequietezza di Noel? Probabilmente, tutto è come da copione.