Lilli e il Vagabondo | La recensione in anteprima del live-action su Disney+

I personaggi a quattro zampe portano spesso fortuna ai produttori, con le pellicole ad esse dedicati che ottengono di sovente un grande successo di pubblico anche a dispetto della reale qualità del prodotto. E chi meglio del cane, considerato il miglior amico dell’uomo, può incarnare la formula nel migliore dei modi? Walt Disney aveva già compreso l’andazzo a metà degli anni ’50, quando diede alla luce Lilli e il vagabondo, adattamento in forma animata del racconto Happy Dan, The Whistling Dog, che risulta ancor oggi tra i titoli più amati da grandi e piccini.

La società di Topolino & Co. ha deciso di sfruttare ancora una volta il brand per inaugurare la sua piattaforma di streaming Disney+, ormai prossima al debutto anche nel nostro Paese: la versione live-action del popolare cartone è stata infatti tra i titoli di lancio del servizio al suo debutto in terra americana, e a breve anche gli spettatori italiani potranno assistere a questa nuova incarnazione della storia. Scopriamo insieme a voi, in anteprima, pregi e difetti di questo remake in carne, ossa e CG.

Lilli e il Vagabondo | La trama

lilli
Lilli

La storia, nelle sue dinamiche base, non è cambiata di una virgola, subendo giusto dei cambiamenti secondari nella gestione di alcuni personaggi umani e animali e in un epilogo ancor più lieto. Nel corso dei cento minuti di visione (una sostanziale mezzora in più rispetto all’originale) assistiamo così alla nascita della love-story canina tra Lilli, un’esemplare di cocker spaniel, e lo schnauzer Biagio: la prima, cresciuta nell’amorevole casa di una coppia inter-razziale (prima novità), il secondo come randagio che bazzica per le strade cittadine. Quando i due si incontrano in seguito ad una serie di rocambolesche vicissitudini, il colpo di fulmine è reciproco ma le differenti necessità affettive e la presenza di un accalappiacani come acerrima nemesi rischiano di complicare in più occasioni il loro legame in divenire.

Lilli e il Vagabondo | Un amore a quattro zampe

lilli e il vagabondo
Lilli e il vagabondo

Già dietro la macchina da presa del godibile Lego Ninjago: Il film (2017), il regista Charlie Bean opta per un approccio semplice che cerca di seguire, su un tracciato narrativo aggiornato ai tempi moderni, gli elementi simboli del prototipo e molte sequenze – l’iconica spaghettata con bacio – sono riprese pari passo. A cambiare sono stati alcuni degli sketch musicali, qui più in ottica contemporanea e privi di potenziali ambiguità nella stesura dei testi, e una manciata di dettagli nella gestione di gag e situazioni, con tanto di condivisibile messaggio contro l’abbandono.

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A convincere meno è una certa mancanza di verve e l’utilizzo marcato degli effetti computerizzati, i quali si ibridano alle riprese dei vari cani utilizzati per le riprese (molti dei quali, non a caso, adottati direttamente dal canile) in particolar modo per la gestione del labiale. Se Disney era riuscita a far miracoli nei recenti live-action de Il libro della giungla (2016) e de Il re leone (2019), con Lilli e il vagabondo l’operazione risulta meno riuscita: se il divertimento per tutta la famiglia è assicurato, con buoni sentimenti e atmosfere sospese tra toni leggeri e avventurosi, l’impressione è quella di assistere ad una sorta di copia-compitino, priva dell’ispirazione del capostipite.

Lilli e il Vagabondo | La recensione in anteprima del live-action su Disney+
2.9 Punteggio
Regia
Sceneggiatura
Cast
Colonna Sonora