Il linguaggio alieno al cinema, da George Méliès ad Arrival

La xenolinguistica è lo studio del linguaggio alieno presente in particolar modo all’interno della fantascienza. Fin dal momento in cui l’uomo è apparso sulla terra ha pensato di non essere solo in un universo così vasto, così per secoli ha cercato le prove di visite o di future apparizioni dei cosiddetti “alieni” nel nostro mondo. Anche se ci sono alcuni elementi che ci fanno pensare all’esistenza di questi esseri (pensate al famoso quadro “Madonna col Bambino e San Giovannino” di Sebastiano Mainardi, dove sullo sfondo si possono notare degli strani oggetti volanti definibili come U.F.O), in realtà non abbiamo mai avuto conferme di nessun genere sulla loro esistenza.

Un argomento così affascinante come questo non poteva non appassionare gli scrittori di tutte le epoche, già nel racconto Una Storia Vera di Luciano di Samosata risalente al 190 d.C, o nel Somnium di Keplero del 1634 si fa un tentativo di rappresentazione degli extraterrestri e, naturalmente, era solo questione di tempo prima che l’argomento atterrasse anche nell’universo cinematografico.

Viaggio nella Luna di George Melies

La prima rappresentazione cinematografica riguardante i viaggi interstellari e l’incontro di creature aliene è il film muto del 1902 Viaggio nella Luna, considerato un capolavoro nonché il primo film di fantascienza della storia del cinema. Da questo momento fino ai nostri giorni, al cinema sono state rappresentate opere di fantascienza (oggi si utilizza il termine sci-fi) caratterizzate dalla presenza di creature aliene, ognuna con un proprio linguaggio diverso. In attesa della distribuzione nelle nostre sale cinematografiche del capolavoro di Denis Villeneuve, Arrival, scopriamo subito quali caratteristiche hanno contraddistinto il linguaggio alieno nel mondo cinematografico.

I film che hanno trattato questo argomento sono davvero tantissimi e sarebbe impossibile fare riferimento a tutti, però potremmo iniziare col fare un’ importante distinzione: i film dove gli alieni visitano o invadono la terra e cercano in qualche modo di stabilire un contatto con gli umani e i film dove gli uomini sono perfettamente a conoscenza dell’esistenza degli alieni nell’universo e in alcuni casi conoscono anche la lingua. Questa distinzione è significativa proprio perché nella prima tipologia di film, gli uomini cercano di stabilire un contatto con gli alieni e il loro linguaggio è spesso incomprensibile e difficile da capire, mentre nella seconda tipologia di film di solito gli umani riescono a parlare, più o meno, fluentemente la lingua aliena.

Nel film Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo in quasi tutto il mondo si verificano attività aliene ed avvistamenti di U.F.O e tutti coloro che hanno avuto un incontro con gli extraterrestri affermano di avere sentito delle note musicali. Grazie ad approfonditi studi e indagini, il Prof. Lacombe riesce a capire che queste note possono tradursi in coordinate geografiche del luogo dove probabilmente gli alieni vogliono incontrarsi ufficialmente con la razza umana e, quando avviene l’atteso incontro, gli alieni e gli umani sembrano avere aperto una linea di comunicazione fatta di suoni e luci.

Jodie Foster nel film Contact

Nel film Contact del 1997, la scienziata Ellie aveva progettato delle antenne per captare i segnali provenienti da forme di vita aliene. Anche se inizialmente non sembrano funzionare, successivamente iniziano a captare qualcosa e lei comincia un importante studio per capire cosa significassero queste apparenti semplici onde radio. Attraverso la decodificazione appare una sequenza di numeri primi e, dopo altri tentativi, si scopre che in realtà era celato un messaggio in forma di pagine tridimensionali per la costruzione di una macchina per viaggi interstellari. In questo caso si fa riferimento alla matematica e ai numeri quali linguaggi universali.

Il film Ultimatum alla Terra del 1951 viene considerato un cult del cinema di fantascienza e, nonostante il protagonista alieno Klaatu ha la possibilità di visitare (sotto mentite spoglie) la città di Washington passando quasi inosservato, alla fine del film ci lascia con una frase destinata ad entrare nella storia per sempre: Klaatu, Barada, Nikto. Se questi erano ottimi esempi di linguaggio alieno sconosciuto agli umani, provate a pensare agli alieni degli universi di Star Wars o Star Trek che comunicano con tutte le razze presenti.

Arrival

Huttese

L’Huttese, ad esempio, è la lingua nativa degli Hutt, una popolazione aliena dedita solitamente alla criminalità. Lo huttese, infatti, sembra essere la lingua conosciuta da quasi tutti i criminali dell’universo di Star Wars e viene parlata anche da personaggi come Anakin Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Luke Skywalker, Han Solo per potere comunicare con la feccia intergalattica. Naturalmente il miglior rappresentante degli Hutt è Jabba.

Na’vi

La lingua Na’vi, invece, è stata creata dal famoso linguista Paul Frommer per il film Avatar,infatti James Cameron sentiva la necessità di dare vita ad un linguaggio completo e, per fare ciò, doveva necessariamente affidarsi a un professionista. Il vocabolario risulta essere tra i più completi in assoluto e gli attori che si presentavano al casting dovevano fin da subito recitare discorsi logici in lingua Na’vi.

Abbiamo già detto che Arrival deve ancora essere presentato nelle nostre sale cinematografiche, ma vediamo cosa conosciamo già del suo linguaggio alieno. Nel film, infatti, verrà chiamata in causa una famosa linguista, interpretata da Amy Adams, che dovrà tentare di decifrare i messaggi alieni. Sembra essere un linguaggio logografico di difficile decodificazione, fatto di quelli che sembrano essere schizzi di inchiostro, non per nulla il governo degli Stati Uniti si affida alla migliore linguista in circolazione. Siamo tutti in grandissima trepidazione per scoprire cosa ci riserverà quest’altra opera fantascientifica diretta da uno dei registi più in voga del momento. Sicuramente aggiungerà un nuovo dizionario alieno a quelli già presenti.