“L’Ora Nera” è una dimostrazione di come non vorresti mai vedere realizzato un film di fantascienza. La pellicola è la storia di cinque giovani che si ritrovano a Mosca e che cercano, seppur con scelte a dir poco incomprensibili, di sopravvivere dopo un attacco da parte di alieni non bene identificati. Atterrati nella Capitale russa, i giovani imprenditori della new economy Sean (Emile Hirsch) e Ben (Max Minghella) tentano di inseguire i loro sogni economici in questo centro internazionale pieno di soldi, ma anche di spietati uomini d’affari. Tanto per seguire un clichè a dir poco scontato, all’avventura dei due si aggiungeranno le viaggiatrici americane Natalie (Olivia Thirlby) ed Anne (Rachael Taylor), giunte a Mosca per via di una sosta non prevista nel loro viaggio verso il Nepal.

La sceneggiatura ha avuto origine da un’idea che ritornava spesso nelle discussioni tra il produttore Tom Jacobson ed il produttore esecutivo Monnie Wills.  “Circa cinque anni fa, parlavamo di cosa significherebbe sopravvivere dopo un’apocalisse aliena e una sconfitta dell’umanità”, spiega Jacobson. “Cosa accadrebbe il giorno dopo Independence Day?  Eravamo interessati a una storia che si concentrasse solo sui personaggi.” queste le dichiarazioni dei due principali fautori del film che si sono affidati alla mano del regista Chris Gorak (Right At Your Door), per realizzarne la trasposizione cinematografica. Eppure qualcosa è andato storto, più che un’idea originale, più che un lavoro di introspezione sui personaggi per differenziarsi dai soliti film di genere, questa pellicola appare piuttosto come un esperimento mal riuscito di marketing, sorretto da un buon trailer a caccia di appassionati del settore. Se l’idea che uno si può fare del film attraverso i brevi spezzoni lanciati in rete prima dell’uscita in sala è quella di vedere un action-movie con ragguardevoli effetti speciali, bhè neanche questo buon auspicio trova conferma nella pellicola, per la quale è stata scelta la Polygon Entertainment.

Con un budget stimato attorno ai 40 milioni di dollari, viene allora da chiedersi come siano stati investiti questi soldi essendo talmente carente anche sotto questo aspetto della realizzazione del lungometraggio, fondamentale per un film di genere, che poteva risultarne al contrario, un punto di forza. Sì, perché se tanto carente è la realizzazione grafico/tecnica del film, altrettanto scarsa ne risulta la scrittura. Una sceneggiatura banalmente prevedibile, con personaggi incanalati in percorsi prestabiliti, facilmente desumibili dallo spettatore già dalle prime scene del film. I dialoghi purtroppo seguono la stessa scia, scadendo spesso in banali frasi fatte, alle quali non scampa nessun personaggio, nemmeno il protagonista Hirsch che ritroviamo inspiegabilmente ad interpretare uno dei ruoli meno riusciti della sua carriera.

Se le aspettative potevano essere comunque alte, seppur relegate ad un settore di genere in cui non di rado spuntano film apprezzabili o vere e proprie chicche (viene in mente il caso di “Attack The Block” sci-fi del 2011 scritto e diretto da Joe Cornish, a metà tra il fantascientifico e la commedia), in questo caso sono state ampiamente deluse, riscontrando un tentativo fallito sotto tutti i fronti che probabilmente però, grazie ad una promozione efficace, riuscirà comunque positivamente in ambito di box office anche in Italia dove uscirà il 20 gennaio prossimo, distribuito dalla 20th Century Fox.

 

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Il trailer ufficiale: