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Il premio Oscar® Nicolas Cage e Ron Perlman (Hellboy) sono i protagonisti de L’Ultimo dei templari, film al confine tra il blockbuster movie e la cine-spazzatura. Ci troviamo di fronte alla storia del Crociato Behmen (Cage) che assieme al suo amico di infanzia Felson (Perlman) decide di tornare a casa dopo decenni trascorsi a combattere strenuamente, negli anni brutali della guerra portata avanti nel nome di Dio, caratterizzati da inutili spargimenti di sangue e dalla più cieca fedeltà alla Chiesa. I due compagni, con l’immagine nella mente di un tranquillo futuro, al lontano dalle armi, grazie al proprio rientro in patria, si troveranno d’innanzi uno scenario ben differente, l’Europa decimata dalla Peste Nera. Spinti nel palazzo di Marbug dalla necessità di cibo ed alla ricerca di rifornimenti i due cavalieri saranno arrestati e portati innanzi al Cardinale del luogo (Christopher Lee). Anch’egli in punto di morte per via della Peste, sotto minaccia di arresto, li obbliga ad intraprendere un lungo viaggio per scortare una misteriosa ragazza, accusata di stregoneria e di essere responsabile della diffusione del morbo, verso un monastero dove i monaci dovranno compiere un rituale e giudicare la colpevolezza della malcapitata. I maltrattamenti subiti dalla ragazza muovono a compassione Behmen che acconsentirà a scortarla in questo viaggio costellato di pericoli.

Oltre all’amico Felson, lo accompagnano un viaggiatore imbroglione che conosce il territorio e farà da guida (Stephen Graham), un giovane aspirante al cavalierato (Robert Sheenan), un cavaliere (Ulrich Thomsen) privo di speranza per la perdita della famiglia, sempre a causa della peste ed un prete (Stephen Campbell Moore), forse il più determinato a portare a termine la missione. Il viaggio porterà il gruppo ad affrontare peripezie inimmaginabili, un misto di immagini mal riuscite, a tratti riprese dal signore degli anelli e film di genere a tratti letteralmente splatter, perlopiù rese cinematograficamente con effetti speciali veramente deludenti. É singolare che la regia sia affidata all’occhio di Dominic Sena, che abbiamo già ritrovato in film di tutt’altro tipo come Fuori in 60 secondi e Codice Swordfish ed appare ancora più incomprensibile ritrovare alla produzione Charles Roven ed Alex Gartner dei quali il primo già produttore di un capolavoro quale  Il Cavaliere Oscuro. Di certo le carte in regola c’erano tutte per la riuscita di un buon film di genere gotico medievale, tra il carattere storico ed il fantasy ma visto il risultato il tentativo è miseramente fallito rendendo non proprio piacevoli per lo spettatore i 95 minuti di proiezione. Riuscirà Nicolas Cage ad uscire dal tunnel di blockbuster nel quale oramai da parecchio tempo s’è andato ad incastrare?

Lo speravamo dopo averlo ritrovato all’altezza di un film brillante come Kick Ass, ma a quanto pare la strada è ancora lunga.

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