Il 12 ottobre 2017 debutta nelle sale italiane L’uomo di neve, il thriller di Tomas Alfredson tratto dall’omonimo romanzo di Jo Nesbø.
Interpretato da Michael Fassbender, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, J.K. Simmons, Val Kilmer e Chloe Sevigny, L’uomo di neve racconta la storia di Harry Hole (Michael Fassbender), un detective che, supportato dalla collega Katrine Bratt (Rebecca Ferguson), tenta di fermare il serial killer noto alla stampa come l’uomo di neve. Chi si cela dietro le terrificanti decapitazioni che infestano Oslo?
Grandi attori in fragili personaggi
Non è un mistero che Tomas Alfredson sappia dirigere con maestria un cast stellare. Un dono che nella Talpa gli ha consentito di dare il giusto spazio a ciascuna delle star coinvolte nel progetto.
Indebolito dallo script di Hossein Amini e Peter Straughan e da un romanzo che pecca di banalità, Alfredson imprigiona grandi attori in fragili personaggi. Dal detective dipendente dall’alcol al serial killer segnato dal passato, L’uomo di neve è un’opera che non mette in luce il grande cast che la caratterizza. Antieroi che, nonostante gli ottimi Michael Fassbender, Rebecca Ferguson e Charlotte Gainsbourg, non aggiungono nulla di nuovo al cinema contemporaneo. E non è tutto!
I ruoli appena abbozzati di Val Kilmer, J. K. Simmons e Chloe Sevigny mettono in secondo piano i grandi interpreti che li caratterizzano. Uno spreco di talento che inevitabilmente mina il thriller di Tomas Alfredson.
Un thriller già visto
Adattare un libro sul grande schermo è un’impresa. Se il romanzo in questione è un giallo, le cose si complicano ulteriormente. Nel caso dell’Uomo di neve la fragilità non è la regia di Tomas Alfredson ma il best seller di Jo Nesbø che, seguendo la letteratura scandinava, è troppo classico per essere cinematograficamente accattivante.
Inquadrato dalla straordinaria fotografia di Dion Beebe, L’uomo di neve ricalca i thriller del passato. Una caratterizzazione che, pur convincendo gli amanti del noir, non è attuale nel cinema contemporaneo. Il thriller, come tutti i generi, necessita di una rivoluzione per sconvolgere i gusti di un pubblico assuefatto alle pellicole ad alta tensione. E Alfredson, nonostante i notevoli guizzi di regia, è il meno adatto a rivoluzionare il genere. Il suo stile, eccessivamente classico ed indiscutibilmente elegante, si perde tra sotto-trame confuse, personaggi mediocri, piani temporali caotici e strutture narrative dilatate.
Il problema è l’eccessiva prevedibilità della storyline dove, chi conosce il genere, intuisce l’epilogo a pochi minuti dall’affascinante prologo. Dell’Uomo di neve resta così la raffinata messa in scena di Tomas Alfredson, l’emozionante musica di Marco Beltrami e il respiro noir di Jo Nesbø. Troppo poco per consacrare una pellicola che, con un altro script, avrebbe potuto bissare il successo di pubblico e di critica della Talpa.
L’uomo di neve verrà distribuito da Universal Pictures nei cinema italiani il 12 ottobre 2017.