Il cult Mary Poppins, noto a grandi e bambini, utilizza una parola ritenuta discriminatoria e potrebbe essere soggetto a censura
Mary Poppins (1964), il classico per l’infanzia che tutti conoscono, conterrebbe del linguaggio discriminatorio. Sì, stiamo parlando del musical, targato Walt Disney, basato sui romanzi di Pamela Lyndon Travers in cui recitava Julie Andrews.
Il medesimo Mary Poppins che tra l’altro ha ispirato il regista John Lee Hancock per il suo Saving Mr. Banks. La pellicola raccontava la reale vicenda di come Walt Disney (Tom Hanks) ottenne i diritti del romanzo della scrittrice australiana, dopo anni di richieste pressanti.
In ogni caso, sembra che la censura britannica abbia individuato, all’interno del film del 1964, un linguaggio discriminatorio. Ora il musical potrebbe subire della censura “retroattiva”.
Mary Poppins: il classico dell’infanzia
Mary Poppins
è un live action e animazione diretto da Robert Stevenson, basato come detto sull’omonima serie di romanzi scritti da Pamela Lyndon Travers.
Interpretato anche da Dick Van Dyke, il musical fu subito un successo e negli Stati Uniti, incassando 31 milioni di dollari.
Mary Poppins ricevette 5 Oscar: per la miglior attrice protagonista (Julie Andrews), per il miglior montaggio, i migliori effetti speciali, la migliore colonna sonora e la miglior canzone originale (Chim Chim Cher-ee).
Nel 2018, inoltre, è uscito un sequel, intitolato Il ritorno di Mary Poppins e interpretato da Emily Blunt.
Ma qual è il linguaggio considerato offensivo nel classico dell’infanzia del 1964?
Il linguaggio ritenuto discriminatorio
La British Board of Film Classification ha stabilito che Mary Poppins doveva essere classificato come film PG. Che cosa significa?
Un titolo PG, per esempio, ha al suo interno un personaggio il cui comportamento e le cui parole discriminano una persona o un gruppo di individui. Cosa, nel caso di Mary Poppins?
Secondo quando riportato da Variety, un portavoce della BBFC ha rivelato che l’utilizzo della parola “Ottentotti” in riferimento ai pastori nomadi sudafricani Khoekhoe è inappropriato e razzista. Il termine, per ben due volte, viene utilizzato dall’ammiraglio Boom (Reginald Owen) per servire gli spazzacamini che hanno il viso scuro di fuliggine.
Il motivo della nuova “etichetta” si lega dunque alla preoccupazione dei genitori che i figli possano imparare termini inappropriati.